(fc) A guidare il corteo c’erano le mamme con i figli in passeggino o con figli adolescenti che abitano vicino l’Ilside. Adele, una di loro, sente spesso il sapore di ferro in bocca e capisce allora che stanno sbuffando le fumarole, cioè fuoriuscite di fumo tossico dai rifiuti combusti ricoperti di terra dai vigili del fuoco.
La manifestazione del 14 aprile ha visto una grande partecipazione popolare, dopo le denunce di undici attivisti del Comitato Triflisco Bellona Mai Più Ilside.
Il sindaco di Bellona ha emesso un’ordinanza in danno nei confronti della società affittuaria del sito, l’Ilside s.r.l. e della società proprietaria del sito, la Eco Terra s.r.l. . La prima, l’Ilside srl, è fallita ed ha un curatore fallimentare, che ha già fatto sapere che impugnerà l’ordinanza dinanzi al Tribunale amministrativo. Ampia giurisprudenza gli dà ragione: non è l’affittuario che deve provvedere alla messa in sicurezza e bonifica.
La EcoTerra s.r.l., molto probabilmente, farà ricorso anch’essa al TAR. Ed è allo stesso modo molto probabile che la società dichiari anch’essa il fallimento nei prossimi giorni.
L’ordinanza del sindaco ha dato alle due società quarantacinque giorni di tempo per effettuare i lavori di messa in sicurezza e bonifica. Qualora questi non dovessero esser fatti, spetterebbe al Comune intervenire.
Quest’ultimo, nel bilancio presentato pochi giorni, ha dichiarato un deficit di circa dieci milioni di euro. Praticamente è un Comune in dissesto finanziario. Vista tale situazione spetterà alla Regione risolvere il problema Ilside.
Migliaia di cittadini hanno gridato in piazza “Mai più Ilside” e chiesto la bonifica del sito, rievocando i nonni contadini che avevano loro insegnato a difendere la terra.