di Francesca Nardi
Non saranno i tentennamenti e le contraddizioni di Di Maio, né le incontinenze dialettiche di Di Battista, ad incidere coreograficamente nell’immaginario collettivo o a fare la differenza a favore dei pentastellati, tra l’esiguità programmatica di Andrea Greco, candidato dei 5 Stelle, alla presidenza della Regione Molise ed il resto del mondo politico, rappresentato dagli altri candidati in corsa… Il giovane Di Battista studia da futuro inviato oltre oceano e scalda i muscoli della chiacchiera, dando fondo alla peggiore delle letterature denigratorie…denominatore comune di tutte le “accademie contro”, Silvio Berlusconi…(decisamente l’argomento tira)…ma appare tristemente monotono e contradditorioil giovane Di Battista, di gran lunga il più preparato tra i Cinque Stelle, il più dialettico, uno dei pochi che parla con un vocabolario che supera i cento vocaboli e sicuramente, il più idoneo a rappresentare il Movimento…Già… chissà poi perché non l’ha rappresentato…chissà quale sia il motivo per cui, alla fine dei conti, il Movimento, inspiegabilmente, tenda a spostarsi verso la mediocritas che, soltanto il tempo potrà rivelarci se sarà stata aurea, oppure semplicemente, banalmente mediocre…chissà per quale motivo un giovane brillante come Alessandro Di Battista inizia a sfilarsi, quasi improvvisamente, dalla rosa dei possibili vertici a tutela e rappresentanza del pianeta pentastellato, lasciando campo libero e spazi sconfinati all’inarrestabile avanzata di Di Maio…Improvvisamente scopre la vocazione di “padre” e senza spiegazione plausibile alcuna, come del resto è nello stile dei 5Stelle, dopo avere comunque trottato “con spirito altruistico” in lungo e in largo attraverso il patrio suolo, facendo il raccoglitore di consensi, si lascia andare a giudizi che rivendicano con forza, per quanto si voglia avere considerazione per le altrui frustrazioni, una doverosa attenzione…Infatti, a differenza di altri, noi riteniamo che dietro la cattiveria purissima della nomenklatura “male assoluto” attribuita da Di Battistaa Berlusconi, non vi sia nulla, se non l’acuta esigenzadi “colpire”, di “dimostrare”, di “esserci suscitando stupore”,di unragazzo che non vuole apparire, ma lo è, mortificato dalle logiche discutibili del partito che ha deciso di servire…Non convince il ritirarsi a bordo campo di Di Battista e l’unica spiegazione sembra essere l’impossibilità a fare diversamente… Il movimento ha puntato su Di Maio che nulladeve oscurare ed infatti la platea degli eletti… per quanto si agiti, non potrebbe, neppure volendo, oscurare il Luigino…per carenzaconsolidata di illuminazione naturale…Il quadro non è dei migliori, nonostante i sorrisi ad oltranza di Di Maio, che non è riuscito ad offrire spunto alcuno per il prosieguo dell’applauso, che ha salutato il risultato elettorale del 4 marzo. Puntare oggi, sulla vittoria elettorale nel Molise per rinforzare il potere “contrattuale” dei Cinque Stelle, significa non avere contezza di sé o sottovalutare in maniera addirittura offensiva, la facoltà di discernimento di un popolo concretamente intelligente, come quello molisano.