di Giovanna Longobardi
Domenica 15 aprile alle ore 18.30, presso lo spazio espositivo del Quartiere Militare Borbonico di Casagiove ritorna in scena l’arte con un’exhibition innovativa “In – Stanze Spaziali”, curata dall’art promoter Gianpaolo Coronas e con l’intervento critico del prof. Luigi Fusco. La mostra, sottotitolata “Delimitare l’infinito”, porterà in esclusiva a Casagiove le opere prodotte tra il 2014-2018 di Renzo Sbolci, artista e letterato livornese già affermato nel panorama nazionale, per offrire al pubblico casertano un saggio delle attività creative poste in essere.
Si tratta di una nuova occasione per avvicinarsi ad un diverso modello artistico descrittivo contemporaneo che trapassa il dato figurativo per librarsi negli spazi circoscritti e circostanziali dell’opera.
Nato a Montenero, da un padre pittore con una grande e sensibile finezza per il colore, Renzo Sbolci vive un’infanzia accompagnata dalla visione del mare; lì da quella casa in cui è cresciuto la finestra gli apriva uno spettacolo che lo impauriva, lo stupiva e lo entusiasmava. La sua formazione artistica ha avuto inizio intorno ai 18 anni partendo dal figurativo, che non ha sentito suo e che lo legava troppo al linguaggio dei post macchiaioli. Successivamente approda ad una nuova artisticità dopo aver respirato Balla, Boccioni, i futuristi, ma anche Chagall e Modigliani. In particolare con quest’ultimo avverte un sussulto diverso e dichiara “Mi incantai a pensare come Amedeo Modigliani con due sole linee curve potesse tracciare un volto”.
Quella dell’artista toscano Renzo Sbolci è stata definita più volte una Pitto-scultura, giudizio derivato dall’esaltazione del soggetto artistico in rilievo che richiama, come in un déjà-vu, per esempio nella figura stilizzata del pesce, un passato classico molto vicino ad un linguaggio tipico della scultura preromanica. I soggetti sono realizzati con una tecnica di traforo che potrebbe essere equiparata, secondo Castiglione, e con un applicazione di materiali diversi, al collage. La critica le ha definite opere luminose, policrome ed innovative. Un’innovazione dettata dal fatto che il fondo di lavoro scompare permettendo all’opera, soprattutto nella produzioni più recenti, di relazionarsi direttamente con la parete che la sostiene. Nella realizzazione sono capolavori calibrati, precisi in cui impera la tridimensionalità, essenza principale dell’unicità della produzione artistica di Renzo Sbolci. La caratteristica della terza dimensione apporta, infatti, un plus all’interpretazione e alla lettura dei suoi lavori artistici, soprattutto nell’incontro con la matrice luminosa; la luce, come elemento primordiale, regala allo sguardo dello spettatore delle opere che si direbbero in trasformazione, opere aperte in cui la linea non delimita ma crea suggestioni di vita lasciando libero accesso ad una visione del tutto soggettiva del dato reale. Al centro della rappresentazione artistica una triade composta dallo spazio, dalla forma e dalla luce resa vigorosa dalla presenza di pesci marini, visti a volte come figure femminili sinuose.
La kermesse godrà per l’inaugurazione di un reading di poesie di Haiku a cura di Marianna Vitiello e di un momento di danza delle allieve della Royal Dance Academy di S. Maria C.V. dirette dalla M° Teresa Di Palma e da Luigi Di Gennaro. La mostra ad ingresso libero sarà visitabile dal 15 al 21 aprile 2018, dalle ore 16.00 alle ore 19.00.
Lo stesso vale come invito e per gli ospiti che interverranno alla serata di apertura ci sarà un buffet preparato da Francesco Di Biase della rosticceria 99 di Casagiove.