NO BIODIGESTORE A PONTESELICE, SINDACI PRONTI A PORTARE IL CASO IN TRIBUNALE

0

 

Cattura 59 300x171 NO BIODIGESTORE A PONTESELICE, SINDACI PRONTI A PORTARE IL CASO IN TRIBUNALE
LA VIDEO-INTERVISTA

CASERTA – Il Comitato ‘No Biodigestore a Ponteselice’, composto dai sindaci dei comuni di San Nicola la Strada (Vito Marotta), Capodrise (Angelo Crescente), Casagiove (Roberto Corsale), Recale (Raffaele Porfidia, oggi assente); i consiglieri comunali di Speranza per Caserta Norma Naim e Francesco Apperti ed Edgardo Ursomando, già consigliere comunale, è pronto alla battaglia. I primi cittadini hanno annunciato, durante la conferenza stampa tenutasi questa mattina al ristorante ‘Il Cortile’ di via Galilei, la loro unità di intenti decidendo di rivolgersi all’avvocato Paolo Centore per portare la questione in tribunale. Una presa di posizione netta e ribadita da tutti i primi cittadini, che hanno evidenziato la mancanza di coinvolgimento nella decisione presa dalla giunta Marino.

Ad aprire la conferenza è Francesco Apperti di Speranza per Caserta: “Il nostro non vuole essere un no all’impiantistica. Il sindaco Marino e la sua maggioranza si stanno comportando in maniera del tutto difforme dalle norme e dal buon senso visto il mancato coinvolgimento dei comuni interessati. L’aver lasciato l’aula durante l’ultimo consiglio ha portato i suoi frutti, con un nuovo consiglio annunciato per il prossimo 5 aprile, pochi giorni prima della chiusura del bando prevista per l’11 aprile. Un bando aperto lo scorso 5 marzo all’insaputa di molti, anche al Presidente del Consiglio e di molti consiglieri. Avevamo chiesto un incontro con il presidente dell’ATO rifiuti Velardi al comune di Marcianise il giorno prima delle sue dimissioni. Aspettiamo risposta, visto che il ruolo nell’ATO non dovrebbe essere in discussione”.

Il primo a prendere la parola e ad annunciare l’azione legale è il primo cittadino di San Nicola la Strada Vito Marotta: “Le persone sedute a questo tavolo sono convinte che il ciclo integrato dei rifiuti vada completato, e vada fatto con un impianto. Ma questo non vuol dire che dobbiamo condividere una posizione del progetto sbagliata e fatta scavalcando i diretti interessati. I consigli comunali si sono espressi tutti allo stesso modo deliberando la proposta di valutare l’aumento delle potenzialità degli altri impianti e delle altre localizzazioni non contestate, e attivarsi per risolvere il problema di San Tammaro, dove c’è un impianto parzialmente realizzato ma per altre motivazioni non è stato completato. Non si può portare un discorso del genere senza interpellare le comunità. Abbiamo così deciso di impugnare gli atti”.

Anche il sindaco di Casagiove Roberto Corsale e quello di Capodrise Angelo Crescente hanno espresso la loro posizione, ricordando come il territorio casertano stia tentando di riscoprire la propria identità borbonica e la voglia di riavviare economicamente e culturalmente il territorio casertano con, ad esempio, le iniziative della Nuova Appia, mentre il coordinatore provinciale dei Verdi Edgardo Ursomando ha parlato delle possibili problematiche che possano essere portate ai privati cittadini, citando il sindaco Marino come ‘Nerone che suona la lira avanti a un incendio’.

Norma Naim ha invece sottolineato il mancato rispetto della normativa ambientale, motivo per cui si può portare la problematica in tribunale: “Non è stato rispettato nemmeno l’iter regionale per la presentazione dei progetti, soprattutto sullo studio di fattibilità commissionato, inteso come progetto preliminare. Non è stata presentata la verifica di assoggettabilità a via, pre-screening obbligatorio per cui voglia insediare impianti di rifiuti di tale portata. Dopo aver speso fondi pubblici all’Atena SRL è stato fatto un bando dove nel disciplinare dove la verifica sarà effettuata in seguito. Perché fare questo progetto se in maniera preliminare non è stata chiesta la verifica di assoggettabilità a via? Il Sindaco doveva coinvolgere i comuni limitrofi”.