PROCESSO DE LUCIA: IL COMANDANTE MONTELLA RICOSTRUISCE L’INDAGINE

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L’ex sindaco  Pasquale De Lucia voleva l’allontanamento del carabiniere che stava svolgendo le indagini e, per questo, aveva fatto pressioni anche sul sottosegretario alla Difesa, Gioacchino Alfano

di Francesco Capo

Il tenente Diego Roberto Montella ha raccontato tutta la complessa indagine che portò all’arresto dell’ex sindaco Pasquale De Lucia. A dare il via alla tangentopoli sanfeliciana fu l’esplosione di un ordigno presso il vivaio Garden Ever green. Intercettandone i titolari, Luigi Dragone e la moglie Filomena Piccolo, il nucleo operativo dei carabinieri di Maddaloni scoprì che la ditta Ever green dei coniugi stava effettuando dei lavori di rifacimento di piazza Giovanni XXIII, una delle piazze più importanti di San Felice a Cancello.  “Siamo andati all’Ufficio tecnino del Comune e non abbiamo trovato nessun atto, nessun affidamento, nessuna gara”, ha riferito Montella. “I lavori erano per circa ventimila euro e la Ever Green non aveva gli strumenti e i requisiti per farli” ha detto il comandante dei carabinieri, tanto è vero che successivamente fu indetta una gara per il completamento degli stessi per la somma di 7300 euro e questa fu aggiudicata dalla ditta Ng di Andrea De Lucia e Vincenzo Papa, entrambi sotto processo per corruzione.  “Da questa vicenda nacque il sospetto di una gestione scorretta degli appalti nei principali servizi della città di San Felice”.

Il tenente ha raccontato che Campania Futura, l’associazione politica costituita da De Lucia per la campagna alle elezioni regionali, riceveva tangenti da diversi imprenditori. Secondo le indagini, Antonio Nuzzo, presidente di fatto della società sportiva Virtus Carano, avrebbe versato 2500 euro a Campania futura, ottenendo in cambio due delibere della Giunta comunale. La prima assegnava alla società sportiva un finanziamento di 15.500 euro e la seconda esonerava la società dal pagare il canone di locazione, pari a 8500 euro, del campo sportivo, a fronte dell’esecuzione di lavori di adeguamento e ristrutturazione, che, secondo l’accusa non vennero effettuati  (l’amministrazione comunale di San Felice fu poi costretta ad annullare entrambe le delibere per la legge sulla spending review del governo Monti). Sempre Nuzzo, in qualità di amministratore unico della società Monte e imballi, avrebbe versato 2500 euro a Campania futura, senza iscrivere questo finanziamento nel bilancio societario come prescrive la legge.

“Il regolamento di Campania Futura prevedeva per la costituzione di un circolo la somma di centocinquanta euro e quindi questi 2500 non corrispondevano al pagamento di un circolo”, ha detto Montella .

In una intercettazione tra Pasquale De Lucia e Rita Emilia Nadia Di Giunta, tesoriere di Campania Futura e influente membro dello staff di Pasquale De Lucia, emergerebbe che le adesioni all’associazione politica (nata in appoggio al Nuovo centra destra) fossero in realtà gratuite e che sarebbe stata la Di Giunta “a mettere a posto le carte”. Dalle indagini bancarie effettuate da Montella risulterebbero diversi versamenti fatti da De Lucia alla Di Giunta e prelievi di denaro contante in bancomat di Castelvolturno, nei pressi dell’abitazione della Di Giunta.

A versare finanziamenti per mille euro a Campania Futura sarebbe stato anche Andrea De Lucia, titolare della NG e della DL Group. L’imprenditore Andrea De Lucia era “interessato a utilizzare un deposito militare situato a San Felice, a poca distanza da uno dei suoi fabbricati e a risparmiare sulla locazione”, ha detto il tenente Montella.  Pasquale De Lucia si sarebbe dovuto occupare di far ottenere all’Andrea De Lucia l’utilizzo di questo deposito militare tramite l’ex sottosegretario al ministero della Difesa Gioacchino Alfano, che aveva la gestione di beni immobili dell’Esercito in via di dismissione. Nell’accordo con Andrea De Lucia ci sarebbe stata anche l’assunzione di persone richieste dall’ex sindaco De Lucia.

Tra i presidenti di circolo di Campania Futura, in particolare per quello di Casal di Principe c’erano i fratelli Antonio e Salvatore Schiavone, che, secondo il p.m. Gerardina Cozzolino, gestirono per la ditta Ecomondo l’appalto truccato per la distribuzione dei kit per la raccolta differenziata.

Nel controesame, l’avvocato Federico Simoncelli, difensore di Pasquale De Lucia, ha chiesto al comandante Montella se abbia accertato che il presidente del circolo Antonio Schiavone fosse lo stesso soggetto titolare di fatto della Ecomondo. Montella ha risposto di non aver effettuato questa verifica, ma di averlo appreso dalle intercettazioni. Simoncelli ha poi chiesto al tenente  se ricordasse l’epoca in cui contratto il debito della Virtus Carano di 8500 euro (per il canone di locazione del campo sportivo) nei confronti del Comune. Montella ha risposto di non ricordare l’epoca e l’avvocato Simoncelli ha prodotto in particolare un documento della società da cui si evincerebbero tutti i pagamenti della Virtus Carano relativi all’utilizzo del campo. Montella, a cui è stato mostrato questo documento, ha detto in effetti di non averlo mai visto, né acquisito nelle sue indagini.

É emerso dalla testimonianza del tenente che dipendente della Eco Mondo era Gianfranco Massaro, fratello di Pasqualino Massaro e Bartolomeo Massaro, quest’ultimo condannato per associazione a delinquere di stampo cammorristico. Il nominativo di Gianfranco Massaro è nelle schede anagrafiche che l’ex sindaco sindaco De Lucia e l’ex vice sindaco Francesco Petrone avrebbero consegnato ad Antonio Scialdone, il gestore della ditta Ecologica impianti, che ha poi collaborato con la Procura registrando conversazioni con una cimice nascosta addosso.

L’avvocato Simoncelli ha chiesto al comandante Montella se abbia mai effettuato la verifica dei carichi pendenti delle persone di cui era stata chiesta l’assunzione. Montella ha detto di non ricordare se abbia effettuato o meno questa verifica. Inoltre l’avvocato di De Lucia ha domandato al tenente se lui avesse mai invitato Scialdone a registrare con la cimice l’ex sindaco De Lucia. Anche qui il comandante Montella ha risposto di non ricordare ed è intervenuta il p.m Cozzolino dicendo che “Montella faceva quello che disponevo io con gli incarichi”.

L’avvocato Pasquale Vigliotti, altro difensore di Pasquale De Lucia, ha chiesto a Montella se era a conosenza di Antonio Scialdone per ragioni pregresse e se sapeva dei precedenti giudiziari di quest’ultimo. Il carabiniere ad entrambe le domande ha risposto di “no” e di aver conosciuto Scialdone in occasione della denuncia che questi fece al comando di Maddaloni.

L’avvocato Gatta, difensore di Luigi Dragone, ha chiesto al tenente Montella se quell’esplosione nel vivaio non avesse fatto pensare ad una richiesta estorsiva. Montella ha risposto di sì, ma che poi le indagini effettuate hanno fatto emergere le circostanze raccontate.