GLI AVVOCATI DI DE LUCIA: “SCIALDONE HA SCARSA CREDIBILITA'”

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E PASQUALE DE LUCIA BATTIBECCA CON IL P.M. COZZOLINO

di Francesco Capo

Antonio Scialdone, il teste che in accordo con la Procura indossò un registratore per catturare conversazioni con l’ex sindaco Pasquale De Lucia, con l’ex vicesindaco Francesco Petrone e altre persone coinvolte nelle vicende della tangentopoli di San Felice a Cancello, è stato interrogato dall’avvocato Pasquale Vigliotti, difensore di De Lucia insieme all’avvocato Federico Simoncelli.

Vigliotti, con l’intento di screditare la credibilità del teste, ha fatto emergere in aula che Scialdone ha avuto due condanne penali per calunnia, con riferimento ad altre vicende (una relativa allo smarrimento di un assegno e l’altra avente ad oggetto una vicenda riguardante manifesti elettorali).

Nell’interrogatorio del pubblico ministero Gerardina Cozzolino, svoltosi nella precedente udienza del 21 febbraio, Scialdone aveva invece risposto di non aver mai riportato condanne penali.

Inoltre la difesa di Pasquale De Lucia ha messo in risalto che è in corso un’indagine della Guardia di Finanza di Campobasso sul fallimento della Ecologica impianti, la ditta di cui Scialdone era consulente e che gestiva il servizio di raccolta dei rifiuti nel Comune di San Felice. Scialdone ha risposto che l’indagine nei suoi confronti è scattata a seguito della denuncia di Giovanna Iannotta, una delle amministratrici della Ecologica impianti, che lui ha provveduto a querelare.

Il controesame dell’avvocato Vigliotti si è poi, in particolare, concentrato sulle modalità con cui sono avvenute le conversazioni catturate dallo Scialdone con un registratore a portafoglio nascosto. Secondo i difensori di Pasquale De Lucia, “la cosa strana è che molte conversazioni partono direttamente con l’argomento oggetto del processo, senza che ci sia un pregresso dialogo”. Con riferimento ad una di queste conversazioni avuta da Scialdone con Agostino Piccirillo, uno dei dipendenti comunali nel settore della raccolta dei rifiuti, lo stesso Scialdone non ha saputo raccontare in aula come fosse iniziato il dialogo, né tantomeno il suo oggetto. Scialdone ha chiarito che era lui ad attivare il registratore tramite un semplice pulsante e che, di solito, quando vedeva, dalla finestra a vetro del suo ufficio, arrivare Piccirillo con la sua autovettura, accendeva il registratore. Inoltre ha anche riferito che in alcuni casi la registrazione non si attivava a causa di un corto circuito.

Vigliotti ha chiesto a Scialdone come mai il Piccirillo avesse beneficiato di un aumento di stipendio, nonostante la Ecologica impianti avesse applicato, non appena insediatasi a San Felice a Cancello, una politica di austerità e riduzione dei costi. Scialdone ha risposto che il miglioramento di livello spettava di diritto al Piccirillo e che le indennità in più che lui gli riconobbe erano giustificate da ulteriori mansioni che gli aveva affidato e dall’esigenza di “tener buono” il Piccirillo stesso, che pretendeva lo stesso trattamento economico di Clemente De Lucia.

Oggetto del controesame è stato anche l’iter amministrativo con cui la Ecologica impianti ottenne il servizio di raccolta dei rifiuti. Scialdone ha ribadito che ci fu una manifestazione di interesse, sulla base della quale la Ecologica impianti si aggiudicò in via provvisoria il servizio. La ditta iniziò però a svolgere effettivamente il servizio sulla base di un’ordinanza contingibile e urgente del Sindaco, senza che si ebbe mai l’aggiudicazione definitiva.

Il collegio difensivo dell’ex sindaco De Lucia si è riservato di produrre una serie di atti amministrativi (per lo più determine dirigenziali) da cui si evincerebbe la revoca del servizio alla Ecologica impianti a causa delle inadempienze nella raccolta da parte della ditta e la volontà del De Lucia di procedere alla gara definitiva. Diversamente la tesi del p.m. è che il servizio venne poi tolto alla Ecologica impianti senza un formale provvedimento di revoca e affidato ad un’altra ditta sempre sulla base di un’ordinanza urgente, perché Scialdone si rifiutò di assumere sei persone, tra le quali vi è anche un componente della famiglia Massaro, il clan camorristico operante a San Felice.

Durante una breve pausa dell’udienza Pasquale De Lucia ha avuto un battibecco con il p.m. Cozzolino. La discussione è sorta mentre i tre giudici del collegio giudicante erano fuori dall’aula e lo Scialdone continuava a star seduto sulla sedia dei testimoni.  Il p.m. ha detto al De Lucia che non poteva conversare con il suo avvocato facendosi sentire dal teste Scialdone. L’ex sindaco ha risposto che è un suo diritto conversare con l’avvocato e si è alzato dal suo posto, uscendo dall’aula adirato e urlando che veniva leso il suo diritto alla difesa. Il p.m. ha ribattuto che “con due avvocati non è affatto leso il diritto alla difesa”. De Lucia, a denti stretti, ha poi detto “di star subendo un’ingiustizia, che lui non ha fatto niente e che non ce la fa più a subire queste umiliazioni”. A calmare il De Lucia è stata la figlia che lo accompagna ad ogni udienza e un avvocato collaboratrice dello studio Simoncelli.

Il collegio giudicante, presieduto dal giudice Roberta Carotenuto, ha confermato gli arresti domiciliari per l’ex sindaco, ma lo ha autorizzato a potersi trasferirsi, a partire dal 6 marzo, da Scalea (dove attualmente De Lucia sta scontando la misura cautelare, ndr) a San Felice a Cancello, per seguire con più facilità le udienze e colloquiare con gli avvocati. Da marzo infatti il calendario sarà sempre più fitto, con due udienze a settimana.