Cento euro. A tanto ammonta la somma di denaro per cui Vito Recchimurzi, operaio 51 enne di una ditta di autotrasporti, ha sparato e ucciso il suo datore di lavoro, l’imprenditore di 55 anni, Nicola Sabatino che gliela aveva negata. E’ accaduto in serata a Frignano (Caserta), nello stabile dove i due vivevano separati soltanto da un piano. Stando a una prima ricostruzione dei fatti, Sabatino si sarebbe recato a casa dell’operaio al piano di sopra dell’edificio in cui i due risiedono per pagarlo. Ma ben presto è scoppiata una lite sul corrispettivo perché dalla cifra pattuita – a detta dell’operaio – mancavano 100 euro. L’imprenditore, dopo aver consegnato parte dei soldi, è uscito dall’appartamento di Sabatino. E’ stato allora che l’operaio ha fatto fuoco più volte con la sua pistola a tamburo, un revolver illegalmente detenuto, colpendo alle spalle l’uomo che è morto all’istante. Inutili i soccorsi prestati dai sanitari del 118. Quattro i bossoli ritrovati sul posto. All’arrivo della polizia, chiamata da alcuni vicini spaventati dalle molteplici esplosioni avvertite, l’omicida si è consegnato alle forze dell’ordine senza opporre resistenza. Successivamente ha consegnato anche l’arma. Sul pianerottolo, riverso per terra, gli agenti hanno rinvenuto il cadavere dell’imprenditore. Clima di tensione sul posto con tante persone che sono accorse in preda al panico. Un mese fa, sempre nel Casertano, a Bellona, un altro raptus di follia con un 48 enne che sparò alla moglie e poi all’impazzata dal suo balcone ferendo cinque passanti e seminando il panico in paese, prima di togliersi la vita.
IL problema è l’esasperazione. Il prendere per “fame” i propri dipendenti. Non voglio giustificarlo e affermo che la violenza non porta mai a nulla figuriamoci l’omicidio. Ma bisognerebbe conoscere la storia , tutta la storia, la vera storia che c’e’ dietro. Speriamo che venga a galla!
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