PARLA IL TESTE DELLA PROCURA: “UN UOMO DEL CLAN MASSARO TRA LE PERSONE CHE DE LUCIA PREMEVA PER FAR ASSUMERE”

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di Francesco Capo

C’era anche Lino Massaro, un uomo ritenuto appartenente alla famiglia camorristica dei Massaro, tra le sei persone per cui l’ex sindaco Pasquale De Lucia e l’ex assessore all’ambiente, Francesco Petrone avrebbero commesso gravi ritorsioni nei confronti di Antonio Scialdone, il gestore della Ecologica impianti, la ditta che svolgeva il servizio di raccolta dei rifiuti nel Comune di San Felice a Cancello.

La circostanza è stata riferita dallo stesso Scialdone, la cui deposizione come teste è stata ritenuta ammissibile dal collegio giudicante presieduto dalla dottoressa Roberta Carotenuto, dopo che gli avvocati di Pasquale De Lucia, Federico Simoncelli e Pasquale Vigliotti, si erano opposti ad essa. Il Tribunale ha ritenuto ascoltabile come teste lo Scialdone, perché il diverso procedimento penale in cui è stato chiesto il suo rinvio a giudizio non presenta alcuna connessione con quello attuale all’ex sindaco De Lucia.

Scialdone, che ha collaborato con la Procura indossando un registratore portafoglio per catturare conversazioni penalmente rilevanti, ha raccontato in aula come la Ecologica impianti arrivò a San Felice e il clima di tensione e intimidatorio che si sarebbe di lì a poco instaurato.

“Partecipammo alla manifestazione d’interesse indetta dal Comune di San Felice nel gennaio 2015 e vincemmo la gara contro la Tetra, la società che già gestiva il servizio”. Tuttavia, dopo l’aggiudicazione della gara, il definitivo contratto non venne mai concluso e la Ecologica impianti iniziò a lavorare sulla base di una ordinanza contingibile e urgente del sindaco.

Secondo la ricostruzione del p.m. Gerardina Cozzolino, l’ex sindaco De Lucia avrebbe abusato dello strumento dell’ordinanza contingibile e urgente (previsto dalla legge solo per far fronte a gravi pericoli per l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana), per tenere, in realtà, sotto minaccia la ditta e costringerla a cedere alle richieste di assunzione di personale.

Il servizio fu affidato in via provvisoria alla Ecologica impianti e non alla Tetra, nonostante quest’ultima già svolgesse la raccolta dei rifiuti, “perché conoscevo il sindaco – ha detto Scialdone. Il Consorzio ACSA CE/3, di cui sono stato responsabile tecnico, gestiva già dal 2000 la raccolta dei rifiuti a San Felice e Pasquale De Lucia nel 2006 aveva la carica di Presidente dei sindaci del Consorzio stesso”.

“Nel 2013 mi iscrissi a NCD (nuovo centro destra) e De Lucia – ha raccontato il teste – aveva fondato un’associazione, Campania Futura, che aderiva a NCD. Io stesso costituì tre circoli locali, a Vitulazio, a Capodrise e a Marcianise, versando seicento euro complessivi a Rita Emilia Di Giunta”, stretta collaboratrice dell’ex sindaco.

All’indomani dell’aggiudicazione, nel febbraio 2015, si verificò subito il problema dei lavoratori che si rifiutarono di lavorare, perché non avevano ricevuto diverse mensilità dalla precedente ditta. “Fummo noi della Ecologica impianti a corrispondere un anticipo di 500 euro ad ognuno di loro”. Tuttava “da febbraio ad Aprile non fummo mai pagati”, ha raccontato il teste. “Il Comune effettuò un versamento in favore dei dipendenti solo ad Aprile e la Ecologica vantava a maggio un credito di trecentoventimila euro”. “Eravamo in difficoltà economica. L’arma che utilizzano le amministrazioni è quella di non pagare”.

Inoltre Clemente De Lucia, consigliere comunale di maggioranza e capo cantiere nel settore della raccolta dei rifiuti, “pretendeva benefit personali, tra cui un’auto e un cellulare aziendale, che rifiutammo di riconoscergli e richiedeva la consegna dei FIR (formulari di identificazione dei rifiuti) in bianco che gli negai”. Un filone dell’inchiesta, oggetto del processo, riguarda infatti proprio la falsificazione di questi formulari e del peso dei rifiuti organici, allo scopo di gonfiare i costi, distraendo così denaro dalle casse comunali.

Il proprietario dell’autorimessa dove parcheggiavamo i camion utilizzati nella raccolta “ci disse che non potevamo più stare lì”.

Aniello Caterino, un collaboratore di Scialdone, fu avvicinato da un uomo che gli fece una richiesta estorsiva.

Il sindaco De Lucia “mi chiese, in due o tre circostanze, tremila euro come contributi per l’associazione Campania Futura”.

Le richieste di assunzione delle sei persone da parte dell’ex assessore e vice sindaco Petrone “erano quotidiane. Un giorno Petrone e queste persone vennero anche presso l’azienda e io fui costretto a scappare via, chiuso nel cofano della macchina e Aniello Caterino a nascondersi nei locali della ditta”, ha raccontato Scialdone.

“De Lucia e Petrone ci dissero che non avremmo avuto più problemi se avessimo assunto le sei persone”. “Petrone disse che se avessimo normalizzato tutto, il Comune avrebbe indetto una gara settennale e la Ecologica impianti se la sarebbe aggiudicata”. La tangente che Scialdone e la ecologica impianti avrebbero dovuto versare per aggiudicarsi l’appalto milionario per la raccolta dei rifiuti, secondo la Procura e quanto risulterebbe dall’intercettazione ambientale raccolta dallo stesso Scialdone, ammonterebbe a un milione e seicentomila euro.

“Petrone mi disse che lui stesso, tramite il consigliere comunale Carmine D’Addio, avrebbe potuto procurarsi la cifra di un milione e seicentomila euro, che poi la Ecologica impianti avrebbe dovuto restituire, anche grazie ai contributi che il CONAI (il consorzio nazionale imballaggi ndr) versa alle ditte che effettuano in modo corretto la raccolta differenziata”. Inoltre “sempre Petrone mi disse che ci sarebbe stato uno sconto sulla tangente se avessi assunto il figlio di Pasquale De Lucia e di D’Addio”.

Il controesame del teste Scialdone da parte degli avvocati Simoncelli e Vigliotti è stato rinviato alla prossima udienza, in programma il 28 febbraio.

Il dibattimento dovrebbe concludersi, con le discussioni, entro metà maggio, come prospettato dal presidente Carotenuto.