Volevano arrivare a tutti i costi nell’albergo dove c’era il leader di Casapound, Simone Di Stefano. Volevano “far capire che a Napoli non c’era spazio per i fascisti e per i razzisti”. Gli attivisti dei centri sociali per ore hanno protestato: con un corteo, con un presidio davanti alla stazione ferroviaria mandando il traffico in tilt. E quando, dopo ore, scappando in una traversa, sono riusciti ad aggirare un blocco delle forze dell’ordine e sono arrivati in quella che era la zona dell’hotel dove si è svolto l’incontro di Casapound – zona blindatissima con mezzi ‘alari’ e idranti – sono scoppiate scene di guerriglia urbana con lanci di bottiglie, petardi, bombe molotov e inseguimenti. Il tutto tra cittadini e automobilisti terrorizzati. “Un gruppo di manigoldi”, li definisce il questore di Napoli, Antonio De Iesu, che parla anche di “arroganza, protervia, di assenza di rispetto per la città”. E di una “strategia mirata ad attaccare le forze dell’ordine. Gli attivisti denunciano: “Avevamo solo chiesto di far proseguire il nostro corteo lungo la strada adiacente a quella dove si è svolto l’incontro di Casapound ma anziché creare il varco ci hanno caricati e ci stavano anche investendo con i mezzi. Siamo scesi in piazza in 400 e volevamo solo mettere in atto il diritto di manifestare. Due persone sono rimaste ferite”. Il Questore sottolinea: “Era impossibile, e lo sapevano, varcare il cordone delle forze dell’ordine ma, nonostante questo, hanno attaccato. Non hanno avuto rispetto per la città e per un nodo centrale come piazza Garibaldi”. E proprio lì, a pochi passa dalla stazione ferroviaria, in tanti, stasera, sono rimasti terrorizzati dalle scene di guerriglia urbana che si sono verificate. Un protesta che è continuata anche dopo, davanti alla Questura con lanci di pietre e di bottiglie. Venti gli attivisti fermati, nessun ferito tra le forze dell’ordine e i cittadini. “Resta un livello di inquietudine, resta l’amaro in bocca per l’innalzamento del livello di aggressività”, conclude il Questore.