di Costantino Beltrami
Che Carlo Marino fosse rimasto scosso dalla batosta delle provinciali, che a quanto pare è stata opera anche di una parte del Partito Democratico, come degli altri partitucci collaterali, questo ormai è un fatto assodato. Che Carlo Marino si stia guardando intorno politicamente, anche se nelle occasioni ufficiali continua a dichiarasi fedele al suo “amato” Renzi, anche questo ormai è un dato di fatto, e poi chi crederebbe ancora alle promesse di Marino, promesse che si possono assimilare a quelle del latin lover degli anni 70 che rispondeva al nome di Pasqualino Settebellezze, languide promesse e baci di passion che durano il tempo di una notte d’amor ….
Allora, che ci combina il nostro sindaco per togliersi il sassolino dalla scarpa, e per rompere le uova nel paniere al figliolo del governatore, al suo nemico amatissimo Stefano Graziano e contestualmente anche all’eterna seconda Lucia Esposito: rimette sul tavolo la questione del biodigestore. E adesso apriti cielo. Solo con una determina, anche questa fumosa e monca di contenuti, getta letteralmente benzina sul fuoco in un momento così delicato della campagna elettorale. Possibile che Carlo Marino dall’alto della sua esperienza, notoriamente strategico nelle sue mosse e con uno stomaco glabro, non abbia valutato gli effetti collaterali di una così sciagurata scelta? Ma certo che sì, ne era a conoscenza, anzi li avrà attentamente valutati. La questione del biodigestore in zona Ponteselice è di quanto più ingarbugliato e confuso ci possa essere, come azione amministrativa, politica e di visione strategica della Caserta di domani, possiamo tranquillamente affermare che è seconda solo alla strage di Ustica per complessità e varietà di atti amministrativi. Basti pensare che, in un raggio di 500 metri questa amministrazione ha previsto: una scuola materna con relativo nido, un’area di sviluppo per attività di supporto al turismo (centro turistico, alberghi, ristorazione e front shop) e dulcis in fundo un meraviglioso impianto per il trattamento del rifiuto umido per 40.000 tonnellate. Cerchiamo di immaginare quella che sarà la nostra città nel prossimo futuro, l’emiciclo antistante la Reggia e parte della stazione ferroviaria, si trasformeranno nel paradiso del turista medio, con alberghi, ristoranti, bar, negozi, parcheggio bus turistici con capolinea, e con centri dedicati al merchandising e ai prodotti tipici. Un modo furbo per inglobare il Palazzo Reale nel tessuto cittadino, e per tentare così di veicolare i flussi turistici anche nel centro della città; e fin qui non mi sembra così malvagia l’idea, se ne parla da anni e finalmente qualcosa si muove, passiamo poi alla scuola materna con tanto di nido, che per intenderci è stata localizzata nell’area alle spalle dell’ex caserma dei vigili del fuoco, ai confini con il comune di Casagiove e con affaccio sull’Area di Sviluppo Industriale di Ponteselice, proprio dove è previsto il biodigestore. Insomma qualche buona idea profumata alla munnezza. Se io fossi nei panni dei consiglieri di opposizione metterei ai voti una mozione che vieti categoricamente le giunte e i consigli comunali in orario post prandiale, questo al fine di evitare gli evidenti svarioni che questa amministrazione sta prendendo probabilmente a causa di problemi digestivi. Sarebbe bastata una cartina topografica e un compasso, ma anche solo una scatola del Monopoli, per comprendere che tali scelte urbanistiche sono scellerate e condivisibili solo dagli appassionati dei mattoncini Lego, che si possono permettere di costruire una città come gli pare, tanto non fanno male a nessuno, che possono buttare giù con un colpo di mano, e senza sprecare soldi pubblici … pensa che fortunati! E adesso che succederà, mi aspetto un attacco veemente di Speranza per Caserta, dei movimenti ambientalisti e civici, ma anche dei sindaci si San Nicola e Casagiove, che però questa volta avranno qualche seria difficoltà a spiegare al loro elettorato che i cattivi sono quelli per cui loro chiedono il voto. Non c’è che dire Carlo Marino non si è tolto un sassolino dalla scarpa … ma un macigno.
Per approfondire: http://albopretorio.comune.caserta.it/archivio4_atto_0_31400_0_3.html