Marce, manifestazioni, tavole rotonde, guerre intestine, assessorati saltati e chi più ne ha più ne metta! La questione biodigestore non tiene più banco. Dalle oscure stanze di palazzo Castropignano non arrivano più notizie, ma sicuramente il supermegaassessore sarà impegnatissimo affinché finalmente arrivino nelle casse del comune, i tanto desiderati 26 milioni e mezzo di euro dedicati alla costruzione di quella macchina mangia rifiuti, che a quanto pare dovrebbe soddisfare non solo il conferimento cittadino, ma anche quello di altri comuni. Si tratta di un affare, questo almeno sostiene il sindaco Carlo Marino. Infatti, secondo il primo cittadino: risolveremo il problema del rifiuto umido, guadagneremo lavorando i rifiuti degli altri comuni, le nostre auto andranno a gas, l’impianto emanerà profumo uguale allo Chanel n.5, non darà fastidio a chi vive nelle sue vicinanze, anzi curerà i bambini dalle sindromi asmatiche e il suo scarichi concilieranno il sonno nelle notti estive di quei fortunati che abitano nelle sue vicinanze … sul sarà tre volte Natale e festa tutto l’anno, stenderei un velo pietoso. Ovviamente, abbiamo volutamente esagerato, ma manco tanto! Ma un impianto rifiuti in pieno centro abitato, a 800 metri dalla reggia e da quello che secondo le ultime delibere di giunta dovrà diventare il punto focale della rivoluzione turistica cittadina, embè … fa un po’ ridere. Perché comunque la giriamo, il biodigestore puzza! E non bastano le promesse del nostro sindaco, anche perché le promesse non sono il suo forte. Solo il fatto che è stato capace di portare Caserta sul punto di dichiarare un nuovo dissesto, con l’aggravante di non avere ancora chiuso quello già in essere, mi convince sempre di più ad andarci cauto a fidarmi delle sue promesse, ma molto cauto. Che l’impiantistica sia necessaria, è ormai convincimento unanime. Che gli impianti debbano essere di ultima generazione e minimamente impattanti e non incidenti sulla qualità della vita di chi ha la sfortuna di vivere nelle loro vicinanze, anche questo dovrebbe essere convincimento comune … ma a quanto pare non è così. Queste certezze non ci sono, le notizie che si possono rinvenire relativamente all’impatto sociale e sulla qualità della vita riconducibili questo tipo di impiantistica, sono tutte negative. Inoltre, l’iter procedurale che ha accompagnato la questione biodigestore è stato fumoso e poco trasparente, una serie di blitz amministrativi a colpi di delibere, che poco hanno lasciato al chiarimento ed alla trasparenza, e anche questo atteggiamento depone male. Traspare invece la caparbietà di chi vuole assolutamente insediare un impianto di trattamento rifiuti nell’area ASI di Ponteselice, volontà che è paragonabile solo alla testardaggine autoritaria di Kim Jong – un, che se ne frega altamente delle istanze del suo popolo pur di raggiungere i suoi obiettivi. E fino a quando si parla esclusivamente del popolo, passi pure! Ma in questo caso, anche la politica si è messa di traverso. A cominciare dal PD, partito di cui fa parte anche il sindaco Marino, ma in cui ha preso vita una frangia – NO PONTESELICE – capitanata dai sindaci Marotta e Corsale, che insieme alla pasionaria Lucia Esposito, hanno dichiarato guerra all’establishment del capoluogo, che ormai ha nella testa solo un numero che comincia con 26 e poi ha un sacco di zeri dietro. Una guerra che si è tradotta nella sconfitta annunciata di Marino nella corsa alla carica di presidente della provincia. Sconfitta terribile, ma che non ha ammorbidito la posizione del sindaco, il quale, secondo qualche malelingua, temendo per la stabilità della propria poltrona, avviava trattative con altre forze politiche, così anche solo per puntellarsi meglio e prendersi qualche piccola rivincita verso quel PD che lo aveva tradito. Se Marino è stato tradito dalla sua stessa parte politica, non si può dire che lui non sia avvezzo a questa pratica, ci ha messo veramente poco a scaricare il suo fedele amico Edgardo Ursomando, compagno di tante battaglie e che ha avuto la sfortuna e l’ingenuità di credere alle promesse di colui che considerava il suo amico. Il povero Ursomando, dopo aver contribuito all’elezione di Marino con una propria lista civica apparentata con i Verdi (partito senza nessuna rappresentanza sul territorio), non ha potuto fare altro che mettersi contro al suo sindaco, ricordandogli che insieme hanno combattuto le stesse iniziative che oggi invece lui difende e ripropone, proprio come quella dell’impianto per il trattamento dei rifiuti in area Ponteselice. Ingenuità pagata con la perdita dell’assessorato promesso, un costo molto alto da pagare in nome della coerenza, ma che si è tradotto in un nuovo percorso politico. Per l’opposizione, invece, Speranza per Caserta ha svolto il suo compitino diligentemente, organizzando marce, con una buona attività in consiglio comunale, ma dando sempre l’impressione di essere pronta a sferrare il colpo di grazia per poi dimenticarsene, quasi come se gli piacesse il ruolo del grillo parlante, insomma un ottimo sparring partner. Ruolo quello dello sparring partner, nemmeno lontanamente interpretato dai consiglieri del centrodestra, che se non fosse per il l’ottimo lavoro svolto dal consigliere regionale Gianpiero Zinzi nell’ambito della commissione Terra dei Fuochi, potrebbero tranquillamente far sedere dei cartonati ai loro posti nei banchi della minoranza. I Cinque Stelle … non sono pervenuti. E dopo tutto questo fervore, adesso il nulla! Proprio adesso, durante la campagna elettorale, che è il migliore amplificatore per le istanze che vengono dal territorio, momento che potrebbe essere sfruttato dalle forze politiche per raccogliere qualche risultato, strappare promesse, ebbene, invece di cogliere l’attimo, questa occasione viene disertata e opportunamente dimenticata, Sì, dimenticata per opportunità, perché oggi parlare del biodigestore non conviene a nessuno, o quasi. I destini dei politici casertani e non, sono intrecciati a doppio filo tra di loro, si sta zitti proprio per opportunità. Certe candidature, diciamo “forzate”, possono dare risposte o far sorgere dubbi, che comunque indurranno un ragionamento che sicuramente si estrinsecherà proprio nella cabina elettorale, attraverso il voto. Continuare a credere che i cittadini, gli elettori, siano una massa di beoti, pronti a cadere sulla prima promessa o sui falsi scenari che artatamente gli si prospettano, è l’errore più grande che la politica oggi possa fare. Oggi servono certezze, serve una classe politica credibile, sono necessari i risultati. Più fatti e meno parole, altrimenti chi fa politica continuerà a passare per l’istrionico imbonitore di turno, che fonda il suo successo su quanti fessi è riuscito a prendere in giro.
Il Bagatto