di Giovanna Longobardi
Bernardo Casertano interpreta Paolo Borsellino. L’attore di Caserta nel cast della fiction RAI sul giudice “Rocco Chinnici…”
Mi sono persa tra le mie emozioni a pensare che avrei dovuto scrivere di lui. Per quello che fa, per come lo fa e per quello che scatena vi assicuro che trovare le parole giuste per esprimere l’arte di Bernardo Casertano è una importante responsabilità.
Bernardo, casertano di nome e di fatto, è una giovane promessa del panorama artistico italiano ed è ad onor del merito già inserito nella rosa dei talenti che la nostra terra ha partorito. Un uomo che si è riscoperto attore teatrale dopo aver conseguito la sua laurea in Economia; un dettaglio forse trascurabile?! E invece no… perché, come lui stesso confessa, si è trovato completamente “fatto” di teatro, dopo un primo incontro al Teatro dei Cocci di Roma con la direttrice Isabella Del Bianco, decidendo di abbandonare il suo lavoro in una multinazionale.
Da qui la sua vita professionale ha iniziato a percorrere sentieri inusitati in un’escalation di traguardi importanti; tutto senza mai rinunciare al contatto con il pubblico in quel piccolo universo chiamato teatro.
Bernardo Casertano ha una formazione artistica plasmata da personalità come Eugenio Barba, Giancarlo Sepe, Pierpaolo Sepe, ed avendo incontrato artisti quali Sabino Civilleri, Manuela Lo Sicco, Ersilia Lombardo della compagnia Sud Costa Occidentale di Emma Dante, l’arte di Bernardo Casertano si declina nel tentativo di definizione di “teatro di ricerca”. Nelle sue interpretazioni drammaturgiche e sublimi, corpo, voce e anima si calibrano per dare forza a personaggi o forse personalità bordeline tra l’umano e il divino, come nell’intensa performance teatrale di “Dino” tratto dal “Re del plagio” del fiammingo Jan Fabre. Una forma di teatro d’essai che ho avvertito nella similitudine come caravaggesca, per i toni e l’ardore espressi e per quei chiaroscuri dell’anima che rendono il piccolo Dino un condensato di moti interiori inclini alla caducità dell’uomo. Uno spettacolo evento che lo ha reso vincitore del premio Alter-Ego 2014 all’International Art Forum a Sofia, in Bulgaria.
Bernardo Casertano ha affrontato esperienze professionali con importanti nomi del teatro: “Tre sorelle” di A. Cechov, regia di Jean Paul Denizon, “Le viole” regia di Andrea De Magistris, “industria indipendente”, Ersilia Lombardo. Ha prestato il suo volto per alcune pubblicità di marchi noti e ha debuttato nel piccolo schermo con la fiction “Che Dio ci Aiuti 4”.
Stasera lo ritroveremo in TV in prima serata, sempre all’interno del palinsesto RAI, per un docufilm dal titolo “Rocco Chinnici, è così lieve il tuo ultimo bacio sulla fronte” di Michele Soavi con Sergio Castellitto nel ruolo del consigliere Rocco Chinnici e prodotto da Casanova e Rai Fiction. La serie è incentrata sulla vita di Rocco passato alla storia come il giudice Chinnici – morto in un agguato di mafia nel 1983 – ed è tratta dal libro di Caterina Chinnici, figlia del magistrato (interpretata da Cristiana Dell’Anna) che per primo parló di costituire un pool Antimafia.
Bernardo Casertano presterà il suo volto e la sua vocazione attoriale per interpretare il giudice Paolo Borsellino affiancato da Paolo Giangrasso, sul set come Giovanni Falcone.
Una nuova sfida per Bernardo che non ci sentiamo di mettere a confronto con attori che in passato hanno già rivestito questo ruolo… si rischierebbe di precluderci la ricerca del diverso, di quell’essenza che caratterizza un attore dall’altro. Sappiamo che Bernardo Casertano per calarsi nella parte ha vissuto molto a contatto con la famiglia di Paolo Borsellino, per lasciarsi la chance di respirare l’odore di memoria e ha fatto incetta di emozioni incontrando al Museo Falcone di Palermo i ragazzi del gruppo scout Clan Edelweiss Casagiove 1; un incontro casuale che lo ha riavvicina emotivamente agli accenti di casa sua, Caserta.
La fiction “Rocco Chinnici, è così lieve il tuo ultimo bacio sulla fronte” si inserisce per il cast nel mosaico della ricostruzione storica degli agguati mafiosi partendo da quel punto di “vita” che si interrotto, lasciando entrare così la morte nel destino dei tre giudici Chinnici, Falcone e Borsellino.
Il magistrato Rocco Chinnici una volta disse “Parlare ai giovani, alla gente, raccontare chi sono e come si arricchiscono i mafiosi […] fa parte dei doveri di un giudice. Senza una nuova coscienza, noi, da soli, non ce la faremo mai”.
Per questo il nostro invito è a non spegnere la memoria. Bisogna, in questo momento storico, affondare la coscienza ripercorrendo il tempo all’indietro e offrire ai giovani la visione di produzioni cinematografiche legate a vite di grande spessore e significato civile.
L’appuntamento è per questa sera sui canali RAI.
(Foto Bepi Caroli)