CAPODRISE. “Piccole donne”, grandi emozioni. Le leggi della fisica (e del cuore) sono state beffate. Sabato sera, al Palazzo delle Arti di Capodrise, il regista Ferdinando Smaldone è riuscito a condensare in uno “fazzoletto” una pièce incentrata sul corpo e sul movimento. Con una panca, una quinta e pochi oggetti di scena ha trasformato una sala del Palazzo in un luogo metaforico, in cui il mondo di dentro si è confrontato con il mondo di fuori, in un nuovo e intimo rapporto tra attore, spazio e pubblico. Il suo “Piccole donne” ha restituito, intatta, la carica narrativa di romanzo senza tempo, esaltando il senso poetico del fare teatro e regalando una visione delicata e profonda dell’umano e dell’interiore. Come nell’opera letteraria di Louisa May Alcott, l’adattamento ha raccontato le traversie delle quattro sorelle March, nel New England di metà Ottocento. Il padre è chiamato al fronte, si combatte la Guerra di secessione, e Meg, Jo, Beth ed Amy restano con la madre, Marmee. Gli anni dell’assenza e della solitudine sono duri, ma le sorelle March affrontano ogni difficoltà che la vita pone sul loro cammino, trasformandosi da ragazzine in piccole donne, caparbie e volitive, con una sensibilità e una forza che le rende nostre perfette contemporanee. In scena, tutte bravissime, Paola Guarriello, Noemi Pirone, Chiara Vitiello, Maria Anna «Mariù» Russo, Francesca Caprio, Valeria Di Capua, Chiara De Cicco e Serena Perrotta: l’altra metà di un cielo stellato chiamato Teatro Rostocco di Acerra. Tra le opere d’arte in esposizione, le “Piccole donne” sono cresciute, hanno sofferto, hanno viaggeranno, si sono innamorate, in una recita della verità che, alla fine, ha commosso tutti. Presenti, tra gli altri, il sindaco di Capodrise, Angelo Crescente, l’assessore alla Cultura, Antonella Marotta, Luisa D’Angelo, presidente delle commissione Cultura del Comune, il vice di Crescente, Vincenzo Negro, e l’assessore al Bilancio Angelo Andrea Cecere.