di Carmine Eliseo
SAN PRISCO – Alcuni giorni fa, alcuni cittadini, dopo aver letto il manifesto del sindaco e del capitano pro tempore, nonché comandante dei Vigili Urbani di San Prisco, si sono recati presso la sede della Polizia Municipale per ritirare il Kit di buste per la raccolta dell’umido, della plastica e della carta. Ritornando a casa hanno trovato una bella sorpresa. Il Kit conteneva un foglio con scritto, il sindaco professore A. S. Giustamente qualcuno si è chiesto: “Ma il nostro sindaco è un dottore non un professore, ed allora vuoi vedere che è avvenuto un altro ribaltone”. L’equivoco è stato subito chiarito, queste buste erano depositate presso la sede dell’ex plesso delle scuole elementari di Via Verdi, di proprietà della Curia di Capua, e qualche dipendente ha suggerito a qualche amministratore potevano essere utilizzate, senza ulteriore aggravio di spese. Come siamo caduti in basso.
Senza entrare nel merito dei dipendenti che diventano sempre più restii a dare spiegazioni alla cittadinanza in merito alle tante richieste di pagamento di TARI E TARSI, forse a qualcuno il titolo di dottore triennale ha iniziato a farlo sentire al trentesimo piano, dimenticando che lo stabile di Via M. Monaco non supera i tre piani.
E la video sorveglianza? Sono mesi che qualche quotidiano provinciale tutti i giorni ricorda al primo cittadino di installare le famose 35 telecamere, ma probabilmente bisogna fare ancora la gara per assegnarla a qualche ditta specializzata e quindi se tutto va bene, prima della pausa estiva potremmo stare tutti più tranquilli, sia per i ladri di appartamento che per gli avventori che affollano le aree a verde per fumare qualche spinello nella migliore delle ipotesi oppure quando si ubriacano e abbattono muri e inferriate, come nel caso di Viale Trieste.
Il 2018 è iniziato bene per la giunta D’Angelo, dopo l’arrivo dei Re Magi, potrebbe giungere a breve anche qualche sirena dell’Autorità Giudiziaria, per garantire la legalità in questa laboriosa città, costituita in gran parte da lavoratori, che hanno fatto enormi sacrifici per costruirsi una casa, ereditando dai loro avi terreni agricoli che oggi sono divenuti molto appetitosi da chi vuole speculare per costruire altri agglomerati di case nell’area ex PIP, che oggi nel nuovo PUC, potrebbe con procedure quantomeno legali, espropriare per affidarle a imprese edilizie con l’ausilio di mediatori locali.