di Francesca Nardi
Continua a fermentare in maniera impropria, questo furioso day after, in cui si sono malamente miscelati i pro e contro le “felicoriadi”, appena giocate nel campus Reggia di Caserta tra lo sconforto di coloro che sono stati definiti come appartenenti ad una piccola percentuale di “idioti” da un duca casertano in trasferta a Bologna, ed il plauso dei soliti cultori della rottamazione futurista delle memorie…ma…lo splendore della vigilia elettorale non deve essere offuscato da nulla e quindi diventa addirittura obbligatorio gestire l’immagine di Mauro Felicori proprio comme il faut…e non si lascia , ovviamente, nulla di intentato ed ecco che, come per incanto, una trasmissione televisiva da, giustamente critica si traduce in spot…ed ecco che responsabilità, scelte, irregolarità e vai col tango, vengono shakerate con dati prestabiliti, strategie già elaborate e risultati obbligatori previsti, per far quadrare i conti e rispettare i tasselli di un’architettura che ingloberà, tacitandolo ancora una volta il libero pensiero. La pubblicità dell’amaro alle erbe del giardino inglese, che questa mattina dagli schermi televisivi, ha ridicolizzato qualsiasi protesta, qualsiasi offesa ricevuta, dovrebbe nebulizzare anche lo scempio del gusto, che ha tagliato il traguardo ed ha conquistato il primo premio assoluto ed il titolo alle felicoriadi del 5 gennaio…?, o far dimenticare il fiorista in bilico sul leone di marmo?, o bypassare il gradino dello scalone sbreccato?, o mandare in gloria tutto quello che in questa ignobile farsa non risulta chiaro, limpido e trasparente? I probabili incassi per l’Amaro di Felicori, un’altra arma di distrazione di massa assieme agli incassi per il numero elevato di visitatori, dovrebbero offuscare la possibilità di ragionamento dei casertani?, i quali non dovrebbero ricordare che la Reggia è un obiettivo sensibile e come tale il permesso di transito e di sosta davanti al suo ingresso può rilasciarlo soltanto la Questura?, i quali non dovrebbero interrogarsi su quello che in una richiesta viene definito un “evento moda”, in una disposizione di servizio, diventa una “cena di gala” ed infine si traduce infine de facto in matrimonio. NO…i casertani non devono domandarsi nulla e tantomeno eccepire perché altrimenti si sveglia uno scienziato-conterraneo trasferitosi a Bologna e li definisce “idioti”…E non finisce qui perché l’infingardaggine umana, non ha limiti…Infatti Chiomalvento Felicori ha pensato bene di “appararsi” in vista di eventuali responsabilità di cui potrebbe essere chiamato a rispondere e nel corso di una intervista ha rilasciato con voce tonante, dichiarazioni tipo: chi non ha vigilato ne dovrà rispondere!…preparandosi a gettare la croce addosso al personale nell’eventualità della conta dei danni…Ebbene caro il mio bolognese con la erre per traverso, le ricordiamo che il personale è lo stesso che le ha consentito di mettere insieme quei numeri che sbandiera ogni volta che respira…e …le ricordiamo inoltre che sullo scalone, lungo il cannocchiale, nel vestibolo e nei cortili non vi era prevista la presenza del personale …erano previsti soltanto due custodi per l’allestimento nei tre saloni in cui si ha avuto luogo quel “grosso grasso” matrimonio partenopeo …e le ricordiamo, onorevole Chiomalvento, qualora le pungesse vaghezza di declinare le sue precise responsabilità che a parer nostro sono parecchie, che è stato addirittura dirottato personale del servizio istituzionale per controllare i lavoratori addetti all’evento…Riteniamo che qualcuno debba offrire risposte ai casertani, sempreché voglia farlo, si capisce a…altrimenti pazienza…vorrà dire che, come al solito, aspetteremo i soliti quattro o cinque anni per farci due risate dinanzi al risveglio dei pachidermi della legalità stampata…