di Francesco Capo
Sfilano in aula i “non ricordo” e le amnesie dei testimoni all’udienza dibattimentale del processo all’ex sindaco di San Felice a Cancello, Pasquale De Lucia, noto ormai come la Tangentopoli di San Felice.
De Lucia è infatti accusato, in concorso con altre persone, di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati contro la Pubblica amministrazione: abuso d’ufficio, concussione, corruzione, turbativa d’asta, peculato, rivelazione ed utilizzazione di segreti di ufficio, falso e reati elettorali, quale voto di scambio. Secondo il pubblico ministero Geraldina Cozzolino, l’ex sindaco aveva messo in piedi, organizzato e diretto un sodalizio criminale finalizzato alla spartizione di appalti e lavori affidati dal Comune di San Felice a Cancello ad imprese private ritenute colluse con il clan Zagaria e individuate mediante “gare occulte” esclusivamente fondate sulla loro disponibilità a promettere e consegnare tangenti.
I numerosi “non ricordo” pronunciati dai testimoni all’udienza del 22 novembre rispetto a quanto dagli stessi dichiarato in precedenza a verbale negli interrogatori dinanzi al pm e alla polizia giudiziaria hanno spinto la dottoressa Cozzolino a dichiarare che alcuni di essi “sono stati avvicinati” e ad affermare che richiederà un processo per falsa testimonianza nei confronti di Renzo Rivetti.
Quest’ultimo, insieme al padre Vincenzo e al fratello Carmine, aveva eseguito dei lavori di intonaco presso un fabbricato e alcune villette a schiera in via Polvica a San Felice, su commissione dell’imprenditore Andrea De Lucia. Secondo l’accusa questi avrebbe erogato diverse somme di denaro e altre indebite utilità all’ex sindaco Pasquale De Lucia, ottenendo in cambio il rilascio di illegittimi permessi a costruire un complesso residenziale nella frazione Polvica. Una delle villette residenziali fu acquistata proprio dall’ex maresciallo dei Carabinieri di Cancello Scalo, Tommaso Fraiese, accusato di aver in diverse occasioni favorito politicamente il De Lucia in spregio ai suoi doveri di imparzialità.
Sulla vicenda relativa all’appalto del servizio di distribuzione e fornitura di kit per le buste di plastica per la raccolta differenziata, vinto dalla ditta Eco Mondo dei fratelli Schiavone di Casal di Principe, i dipendenti e i titolari di altre ditte non aggiudicatarie (la General Plastic, la Bi.Effe Plastic, la Birba Film) hanno dichiarato di aver partecipato a quella gara pur sapendo di non avere alcuni requisiti per vincere.
L’ipotesi accusatoria è che il Comune di San Felice a Cancello, rappresentato dal De Lucia, abbia pilotato la gara in favore della Eco Mondo dei Schiavone.
La prossima udienza è fissata per il 6 dicembre.