PROGETTO ARDITO: LA RIVOLUZIONE DELLA CONDIVISIONE

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di Francesco Capo

DSC 0200 300x199 PROGETTO ARDITO: LA RIVOLUZIONE DELLA CONDIVISIONE
fotografie di Andrea Molvetti

Un nuovo modo di pensare le relazioni umane e l’arte. É in embrione a Caserta una rivoluzione. Il suo nome è progetto Ardito ed è nata con un post su Facebook, ma si sta traducendo in incontri dal vivo. Fabio Ianniello, psicoterapeuta e musicista rock, scrive sulla sua pagina del social network: “Fotografi, musici, scrittori e teatranti cercasi”: una chiamata alle arti un pò vaga, misteriosa, ma che affascina in molti. E una ventina di persone rispondono all’appello presentandosi al primo incontro. Come ogni rivoluzione che si rispetti, anche progetto ardito ha un suo covo: la saletta del piano interrato del Tavernacolo, un locale di via San Carlo a Caserta.

L’idea ardita è di mettere insieme i diversi talenti di persone sconosciute tra di loro e far nascere un gruppo che possa proporre la sua arte all’esterno. La parola che mi sembra più adatta per descriverlo è: condivisione. In un mondo che sta cambiando a velocità impressionante, in cui tra qualche anno con la robotica milioni di posti di lavoro saranno polverizzati, in una società che ci spinge all’individualismo e a star soli e in cui i lavori nel campo dell’arte sono sottopagati o addirittura non pagati, Fabio propone di fare rete.

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fotografie di Andrea Molvetti

Dispone le sedie in cerchio e, sulla base delle sue conoscenze di tecniche e di esercizi di psicoterapia relazionale, invita i partecipanti a raccontare qualcosa di sé e ad abbassare le armature che mettiamo di fronte agli altri. Tra i presenti vi sono anche alcuni ragazzi che hanno avuto un’esperienza di un laboratorio di autoanalisi e conoscenza di sé condotto da Fabio.

Tra momenti spensierati, risate e a tratti un pò di noia, a poco a poco i partecipanti mostrano fiducia nel gioco e si aprono. C’è Gianluca, che dietro un apparente nonchalance e voglia di farsi scivolare i problemi addosso, ha una verve comica e un animo sensibile. E mi sembra un pò un Lello Arena in cerca di un Troisi e di un Enzo De Caro. Caterina lavora in uno studio di commercialista e studia pianoforte, vorrebbe raccontarci grandi storie, ma le strozza in gola e troverà il desiderio e la forza di urlare al mondo quanto ha dentro. Antonio ha la passione per la scrittura e per amore di una ragazza volerà a Tallin, in Estonia, per comporre una poesia insieme a lei. Mariano gioca a fare un pò il sornione, ma con a tracolla il suo basso mostra di avere il blues nel sangue. Andrea resta silenzioso con il suo cappellino a scattar foto per tutto il tempo, ma il suo sguardo, il suo sorriso e la sua bellezza catturano l’attenzione delle ragazze. Salvatore è un pò perplesso da quanto accade e la sua ruga al centro delle sopracciglia non lascia dubbi su cosa pensa.

Una donna quarantenne con il suo compagno racconta che finalmente lui, dopo tanti anni, è riuscito a parlarle aprendo il cuore e questa novità, tanto attesa, li ha fatto sentire colmi d’amore. Valeria ama recitare e stare al centro dell’attenzione e con il suo ingresso teatrale e rigorsamente in ritardo cattura l’attenzione di tutti. Sara e Valentina cantano e dimostrano di avere una bella voce. Dalila mette in luce la sua capacità di fare imitazioni e con Magda dà vita ad un sensuale e divertente balletto che intriga molti in sala.

Dal primo incontro nascono in poco tempo due mini perfomance: uno sketch che si rifà al teatro dell’assurdo e un altro che è una parodia di una trasmissione telesiva che parla di giovani che non trovano lavoro.

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Il format del secondo incontro è lo stesso: Fabio invita i partecipanti a raccontare un evento della loro vita che li ha segnati o emozionati particolarmente e a lavorare su questo per dar vita a una rappresentazione teatrale. Da uno scritto di Ilaria, una giovane donna con la passione per la recitazione e la poesia nasce una perfomance su cui i partecipanti continueranno a lavorare.

Il prossimo appuntamento è fissato per mercoledì 1° novembre alle ore 21 sempre presso il Tavernacolo, in via san Carlo a Caserta. Nel frattempo Fabio sta dando vita a un gruppo simile anche in provincia di Napoli.

Non so bene e, forse nessuno lo sa, cosa possa nascere da questi incontri, ma credo che chi ha voglia di esprimersi, di mettersi in gioco e di dire la sua debba dare fiducia al progetto e partecipare, vedere con i propri occhi di cosa si tratta e capire cosa sente. Da queste occasioni potrebbero nascere le alchimie giuste per dar vita a qualcosa di nuovo in campo artistico. In ogni caso, “mal che vada”, è un modo di passare diversamente una serata e fare nuove conoscenze.

Per i più “HARDiti”, politicamente scorretti e amanti del dialetto romanesco, secondo me, ardito dovrebbe essere il volgare, ma sacrosanto invito da mostrare a chi ci vuole in perenne competizione e soli, con il capo chino su un cellulare e sui social network.

2 Commenti

  1. grande articolo, complimenti! Sono Valeria colei che ama stare al centro dell’attenzione , un pò maschera ma molto autentica! Ci faccio o ci sono? boh.. lo scoprirò solo continuando questo affascinante percorso in cui mi sono imbucata.

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