LA STORIA DELLA MUSICA IN PIAZZA VESCOVADO, ALLE 21 RON OSPITE DEL FESTIVAL

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PRIMA DI LUI LA MUSICA DEL SUD CHE GUARDA OLTREOCEANO:

TONY CANTO, MINO DE SANTIS E SIMONA SCIACCA. IN CATTEDRALE

E NEL GIARDINO LE CHITARRE DEGLI AMICI DI FAUSTO MESOLELLA

 

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foto di Gianfranco Carozza

La grande musica continua ad essere di casa a Casertavecchia, dove la 45esima edizione di “Settembre al Borgo” è arrivata alla quarta giornata di cartellone. Le condizioni meteo favorevoli e le bellezze del piccolo gioiello medievale, che sovrasta il capoluogo di Terra di Lavoro, stanno accogliendo i tanti turisti e appassionati di musica diventati non solo spettatori ma anche protagonisti di un Festival totalmente gratuito e pensato a misura di vari gusti e scuole, nel nome e nel segno di Fausto Mesolella.

Domani, martedì 5 settembre, alle 19 nel Giardino della Cattedrale toccherà ad Alessandro Chimienti aprire gli appuntamenti al tramonto tra latitudini e chitarre. L’artista, dal 2009 al fianco di Alessandro Mannarino – atteso a Casertavecchia mercoledì 6 settembre – sorprenderà il pubblico con le sue migrazioni ispaniche: di estrazione tendenzialmente “indie”, si dedica allo studio della chitarra flamenco, appassionandosi alla “world” music e agli strumenti a corda provenienti da culture e tradizioni diverse, tra cui charango e il ronroco. A seguire il jazz di Pietro Condorelli, accompagnato dal Vito di Modugno trio: Di Modugno all’organo Hammond, Michele Carrabba al sax e Massimo Manzi alla batteria.

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foto di Gianfranco Carozza

Cambio di location alle 20, quando ci si sposterà all’interno della Cattedrale per ascoltare le sonorità proposte da Corrado Sfogli, direttore artistico e musicale del gruppo “La Nuova Compagnia di Canto Popolare”, sul cui palco succederà Andrea Castelfranato, abruzzese, maestro internazionale della chitarra e noto da anni per il suo virtuoso talento che si “arrampica” sulla tastiera della sua inseparabile compagna di viaggio. Nell’estate del 2010 fu proprio Mesolella ad invitarlo ad aprire a Caserta il suo concerto con il chitarrista Michele Ascolese, anche lui protagonista di questa edizione di “Settembre al Borgo”. Neanche domani sera mancheranno le “note sospese da leggere tra le righe” della compagnia di teatro giovanile Compagnia della Città-Fabbrica Wojtyla, né il palcoscenico a chilometro zero allestito in Largo Castello per i nuovi talenti delle sei corde: ordinati dal maestro Franco Mantovanelli, domani sera toccherà ad Alfonso Brandi, Ubaldo Tartaglione e Christian Landolfi, Enzo Faraldo, Carlo Coronato, Emilio Di Donato.

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foto di Gianfranco Carozza

In piazza Vescovado, dalle 21, il gran finale di giornata, con un trittico di esibizioni prima del concerto di Ron. Ad aprire lo spettacolo Mino De Santis, cantautore salentino, testimone di usi e tradizioni del meridione e di storie di vita tra il triste ed il comico, senza perdere mai l’ironia e la musicalità tipica di artisti come De Andrè o Stefano Rosso. Spazio poi a Tony Canto, che con la chitarra continua a costruire ponti sonori tra la Sicilia e il Brasile, offrendo uno stile tra il classico italiano e il brasiliano di Joao Gilberto e Caetano Veloso. Chiude la musica popolare di Simona Sciacca: il progetto da solista della cantante parte proprio dalla Sicilia ma propone sonorità musicali che portano l’ascoltatore in un universo sonoro più ampio, grazie ad un percorso di ricerca e di contaminazione che si espande fino alla musica popolare portoghese e sud-americana. Un bouquet di stili ed atmosfere, che il direttore artistico di “Settembre al Borgo” Casimiro Lieto, ha immaginato per accogliere poi sul palco un fuoriclasse del cantautorato italiano: Ron. La sua carriera inizia nel 1970 quando, non ancora diciassettenne, sale sul palco del Festival di Sanremo con “Pa’ diglielo a Ma’”, conquistando da subito notorietà e favore del pubblico. Negli anni ‘70, Rosalino Cellammare, questo il suo nome all’anagrafe, mette le basi per la sua carriera: l’amicizia e la collaborazione con Lucio Dalla (si deve a lui anche la scelta del nome Ron), la stesura delle prime musiche (di Ron, ad esempio, è “Piazza Grande”, che Dalla porterà a Sanremo nel 1972), gli album sperimentali, i concerti impegnati (tra cui il celebre “Banana Republic”, con Dalla e De Gregori nel 1979) e una parentesi nel cinema (“Lezioni private”, “In nome del Papa Re”, “L’Agnese va a morire”, “Turi e i Paladini”, “Mascagni”) formano l’artista e lo lanciano definitivamente nel mondo della musica italiana. Tra il ’90 e il ’96 nascono alcune sue canzoni entrate di diritto nella storia della musica italiana, come “Attenti al lupo”, “Non abbiam bisogno di parole”, “Le foglie e il vento” e “Vorrei incontrarti fra cent’anni”, con la quale vince, sul palco con Tosca, il 46° Festival di Sanremo.  Seguono anni in cui le collaborazioni con altri artisti, la voglia di mettersi in gioco e l’impegno nel sociale segnano significativamente la produzione di Ron. Sul palco di Settembre al Borgo ci sarà tutto questo, per un momento di musica di grande qualità ed emozioni immense.

Dalle 21 alle 24 resterà aperta anche domani la Chiesa dell’Annunziata per poter vedere suonare l’Arpa di Luce di Pietro Pirelli e Gianpietro Grossi. Stessi orari per vedere all’opera il Simone Magliozzi Trio, con le sue note manouche in giro per i vicoli del Borgo. Tutti eventi, che sarà possibile seguire alla radio con le frequenze di PRIMA RETE (95.00 Mhz FM), emittente ufficiale del Festival, presente ogni sera a Casertavecchia con la sua nutrita squadra di inviati.