CASA FAMIGLIA ISMAEL, LA RETTIFICA DEI LEGALI

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I legali della casa famiglia Ismael, riferendosi all’articolo del nostro direttore relativo al minore scappato dalla loro struttura – pubblicato il 18 luglio -, ci hanno chiesto di pubblicare una rettifica che noi riportiamo in ottemperanza all’art. 8 Legge 47/1948. Ma vogliamo precisare che l’articolo e le interviste relative al caso del ragazzo scappato dalla suddetta casa famiglia erano supportati da documentazione ed altre fonti da noi ritenute attendibili.

Tuttavia riportiamo il testo di rettifica inviatoci dagli avvocati della casa famiglia Ismael

“Innanzitutto mi preme rilevare che laddove fosse stato garantito il contraddittorio, oppure una verifica dell’attendibilità della fonte, avreste potuto prendere atto della copiosa documentazione relativa al caso del minore M. La M., probante i maltrattamenti subiti quando era in famiglia, nonché una serie di vicissitudini che ne hanno deviato il percorso adolescenziale.
Tutto ciò non è stato fatto, fornendo dunque una notizia infondata, diffamatoria e calunniosa.
Ed infatti, all’interno dell’articolo si legge che: Vergogna e poi ancora vergogna! ..…casa famiglia?, un eufemismo…Non si può chiamare casa famiglia, un luogo al cui interno vivono otto extracomunitari adulti e due minori.
Non è vero che la comunità ospita maggiorenni extracomunitari.
E’ falsa, altresì, l’ulteriore affermazione “ (…) Michele non riesce a digerire il cibo che lo obbligano a mangiare, ma nessuno se ne cura (…)”, in quanto la Comunità segue una dieta predisposta dall’ASL, a cui si attiene, cercando di accontentare, nei limiti delle possibilità, tutti gli ospiti, senza obbligare alcuno.
Non è vero l’ulteriore affermazione relativa al fatto che: “(..) Michele riceve attenzioni da un paio di extracomunitari ospiti della casa-alloggio, ma una delle operatrici minimizza (…), in quanto nessuna segnalazione è mai pervenuta dal ragazzo e nessuna operatrice ha mai minimizzato nulla.
Sul punto in data 25.07.2017 sono state presentate dalla comunità Ismael diverse denunce all’Autorità Giudiziaria relative a tale falsa incolpazione, nonché per l’accertamento della verità.
Non è vero che: “Michele è sempre mezzo addormentato perché di sera e di mattina gli somministrano tranquillanti”, perché la comunità seguiva il piano terapeutico predisposto dall’ASL.
La notizia relativa a “Michele parla con suo padre al telefono e l’operatrice gli fa saltare il cellulare di mano…Michele salta sulla bicicletta e scappa …” è errata, perché il Tribunale dei
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Minori ha vietato qualsiasi contatto con la famiglia di origine, a cagione dell’incolumità psicofisica dei minori.
Del tutto anacronistica è l’affermazione relativa a: “I genitori di Michele hanno avuto problemi in passato ed hanno perduto la patria potestà…oggi le cose sono cambiate (…) Gli errori sono stati riparati ed entrambi ?”, in quanto nella sentenza n. 75/2016, fondata su relazioni di organi terzi, aggiornate agli ultimi mesi di convivenza in famiglia, si rappresenta un quadro allarmante del rapporto genitori/figli, espresso attraverso una valutazione scientifica, di allarme attuale, che non può essere licenziata attraverso la superficiale ricostruzione della vicenda, basata per di più dalle sole dichiarazioni di una delle parti interessate.
Avv. Giovanni Carlo Esposito”