SGAMBATO: “UNA DECISIONE INCOMPRENSIBILE PERCHÉ PUNTARE SULLE QUANTITÀ INDUSTRIALI PIUTTOSTO CHE SULLA QUALITÀ SIGNIFICA DANNEGGIARE SERIAMENTE NON SOLO GLI ALLEVATORI BUFALINI COSTRETTI AD ACCETTARE PREZZI DEL LATTE ANCORA PIÙ BASSI, MA ANCHE CANCELLARE LA CARATTERISTICA DI FORMAGGIO FRESCO TIPICAMENTE STAGIONALE COSÌ DA VOLGARIZZARNE E DEQUALIFICARNE LE SPECIFICITÀ ORIGINARIE”
La mozzarella campana non trova pace. Prima la norma che ne impediva la vendita se non imbustata; poi ci fu un tentativo di evitarne la lavorazione con le mani e consentire solo quella con i macchinari…ora arriva l’idea “geniale” di consentire la vendita di mozzarella dop surgelata (quasi una contraddizione in termini, verrebbe da dire!).
Così la questione della surgelazione della mozzarella di bufala campana, proposta dal Consorzio di Tutela, arriva sul tavolo del Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Con una interpellanza urgente depositata oggi e di cui l’On. Camilla Sgambato (PD) è la seconda firmataria, un nutrito gruppo di deputati hanno chiesto l’intervento immediato di Maurizio Martina per scongiurare quella che appare come una scelta irrazionale e fortemente lesiva dell’immagine del cosiddetto “oro bianco” della Campania, e della provincia di Caserta in particolare, nonché controproducente per gli allevatori bufalini e per l’economia che la mozzarella produce sul territorio.
Secondo fonti di stampa, l’Assemblea del Consorzio per la tutela del formaggio mozzarella di bufala campana DOP avrebbe deliberato una nuova proposta di modifica al disciplinare di produzione, con l’obiettivo di congelare la mozzarella a temperature fino ai -18* in favore del canale Ho.Re.Ca. cui destinare un formaggio destinato alla trasformazione, in primis confezionando i “Filoni” da 1 kg.
“La mozzarella di bufala campana Dop rappresenta una delle produzioni di maggiore pregio ed è fonte di guadagno per tanti operatori della zootecnia, soprattutto allenatori bufalini, e del settore lattiero-caseario di Terra di Lavoro, a partire dalle zone rurali ed interne.
Proporre oggi, ed eventualmente introdurre, la possibilità di congelare la mozzarella e la cagliata finirebbe per contrastare con il marchio Dop di cui si fregia il prodotto, aprire il mercato della stessa mozzarella a frodi continue e compromettere seriamente l’economia della filiera bufalina che, partendo dagli allevatori e finendo ai casari, hanno lavorato e si sono impegnati negli ultimi decenni per garantire un prodotto sano, genuino e veramente autentico che ci invidiano in tutto il mondo.
Confidiamo in un intervento del Ministro Martina contro questo tentativo di adulterazione dell’oro bianco che è patrimonio anche e soprattutto della provincia di Caserta”, dichiara Sgambato.
Ecco il testo della interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):
”I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:
Il Mattino di Caserta del 24 aprile 2017 annunciava come il 4 maggio 2017 l’Assemblea del Consorzio per la tutela del formaggio mozzarella di bufala campana DOP, avrebbe deliberato una nuova proposta di modifica al disciplinare della predetta mozzarella, allo scopo, tra l’altro, di prevedere il condizionamento della mozzarella a temperature negative di –18 Co (mozzarella frozen congelata);
la novità parrebbe motivata dalla volontà dell’industria casearia di diversificare il prodotto per il canale Ho.Re.Ca. cui destinare un formaggio destinato alla trasformazione;
la proposta di modifica del disciplinare prevederebbe anche la realizzazione dei cosiddetti «Filoni» da 1 chilogrammo, che nulla hanno a che vedere con la mozzarella di bufala DOP;
la mozzarella di bufala campana Dop è un formaggio prodotto secondo un antico disciplinare, registrato ai sensi del Reg. (CE) n. 103/2008;
il regolamento (CE) n. 510/2006 sulla protezione delle indicazioni geografiche e delle denominazioni d’origine dei prodotti agricoli e alimentari intende prioritariamente favorire la diversificazione della produzione agricola per conseguire un migliore equilibrio tra offerta e domanda sul mercato con la promozione di prodotti di qualità;
i prodotti a Dop possono rappresentare una carta vincente per il mondo rurale, in particolare nelle zone svantaggiate o periferiche, in quanto garantiscono il miglioramento dei redditi degli agricoltori e favoriscono la permanenza della popolazione rurale nelle zone suddette;
si è constatato che i consumatori tendono a privilegiare, nella loro alimentazione, la qualità anziché la quantità. Tale ricerca di prodotti specifici comporta una domanda sempre più consistente di prodotti agricoli e alimentari aventi un’origine geografica determinata;
« l’Espresso» del 29 ottobre 2012 pubblicava uno sconcertante articolo che riportava stralci dell’ordinanza del tribunale di Napoli. Vi si chiariva come da parte di alcuni titolari di caseifici della Campania oggetto di indagine da parte della cura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, quasi nessuno ottemperasse alle regole scritte che venivano continuamente violate;
la preoccupazione di tutti gli indagati, di fronte ai controlli sempre più stringenti dei Nas, era quella di «uscire dall’illegalità». Ma non certo utilizzando solo latte prodotto nell’area Dop: «bisogna modificare il disciplinare e consentire ai caseifici di utilizzare una percentuale di latte congelato o cagliata congelata – si legge in un’intercettazione – sono 20 anni che lo facciamo tutti quanti. Questa è la posizione. E la stessa posizione l’avrà Assolatte, l’avrà l’Unione industriali, l’avranno tutti quanti»;
contestualmente, fu avanzata dal Consorzio di tutela della mozzarella di bufala Dop una proposta di modifica del disciplinare che prevedeva il congelamento del latte e della cagliata della Mozzarella Dop;
oggi, la questione si ripropone con l’introduzione della surgelazione della mozzarella fresca;
industrializzare questo raro prodotto rurale del Mezzogiorno, oltre a favorire le frodi, lo banalizzerebbe danneggiando soprattutto gli allevatori che producono il latte dell’areale della Dop;
se si concretizzasse la suddetta modifica del disciplinare, gli allevatori bufalini correrebbero il pericolo di vedersi applicati prezzi più bassi per il loro latte, già oggi irrisorio, rendendo possibile la pratica d’inaccettabili forzature del normale andamento del mercato del latte bufalino;
le innovazioni ipotizzate farebbero perdere al prodotto la sua caratteristica di formaggio fresco tipicamente stagionale volgarizzandone e dequalificandone le specificità originarie –:
se il Ministro interrogato sia a conoscenza della proposta di modifica del disciplinare di produzione della mozzarella di bufala campana Dop che prevede il congelamento della mozzarella e, ad ogni modo, quale sia la sua posizione al riguardo;
se, al fine di migliorare effettivamente e lealmente le prestazioni ed il reddito degli allevatori di bufale dell’area Dop, non ritenga utile adottare iniziative per l’incentivo della tecnica della destagionalizzazione dei parti”.
(2-01897) «Mongiello, Sgambato, Ginefra, Boccia, De Mita, Binetti, Amoddio, Baruffi, Fusilli, Meta, Greco, Cuomo, Marchetti, Piccione, Michele Bordo, Grassi, Ventricelli, Massa, Losacco, Capone, Vico, Cera, Di Gioia, Paris, Carella, Luciano Agostini, Carra, Romanini, Manfredi, D’Ottavio, Cova, Prina, Terrosi, Ferrari, Ferro, Gadda, Fiano, Fiorio, Pilozzi, Piazzoni, Minnucci, Tidei, Capodicasa, Famiglietti, Sannicandro, Blazina, Battaglia, Donati, Castricone, Taranto, Fucci, Camani».