Politici e avvocati corrotti, il racconto del pentito Bifone nell’ultima ordinanza

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Antonio BIFONE

   PORTICO DI CASERTA – (Tina Palomba)  “Pietro Vaiano, è stato  vice sindaco di Portico e assessore,  aveva stretti rapporti con Tonino D’Amico  erano come si dice  tazz’ e cucchiaro. Proprio in virtù di ciò D’Amico si è arricchito nella zona industriale di Portico”  E’ il pentito Antonio Bifone ad indicare in questa ultima ordinanza della Dda di Napoli a carico del potente gruppo camorristico locale  (che ha portato in cella tre persone tra cui Nicola Bifone, lo stesso D’Amico e l’avvocato Giuseppe Stabile)  a raccontare con la sua dettagliata  confessione al pubblico ministero dott. Luigi Landolfi tanti retroscena sui rapporti tra politici amministratori e il clan  nella gestione delle tangenti nelle zone di loro competenza mafiosa. Proprio perché indicato come “faccia pulita” del gruppo camorristico  dice ancora Bifone su D’Amico: “Si è provveduto ad intestare anche i capannoni nella zona Pip di Portico”. Il collaboratore parla pure di un certo “Gravino, con problemi ad una mano, che lo avrebbe favorito nell’espropriazione di terreni nella zona industriale di Portico”. Agghiaccianti rivelazioni (confermate anche dalla collaboratrice Giuseppina Di Caprio) Bifone  le riferisce sul loro ex avvocato Giuseppe Stabile, come si legge sempre nell’ordinanza della Procura partenopea “Stabile si sarebbe prodigato a fornire farmaci dimagranti necessari a simulare  le condizioni per il riconoscimento dell’incompatibilità con regime carcerario nonché di procurargli  un telefono da utilizzare per contatti esterni. Mi portava in carcere i messaggi del mio gruppo e le direttive per gestire le attività illecite. Solo i coltelli e le pistole non mi ha portato poi per il resto tutto…mi ha portato tutto”.