Questa mattina (sabato 24 giugno) una nostra intervista al presidente dell’AGIS Carmine Pascarella nella sala stampa dello Stadio del Nuoto per chiarire i punti oscuri sulla chiusura dell’impianto sportivo di via Laviano si è trasformata in una conferenza stampa/riunione con i vari soggetti interessati. L’intervista è iniziata in modo canonico, con il presidente Pascarella ed il presidente della FIAS Giovanni Esentato davanti alle nostre telecamere pronti ad essere intervistati. Ma via via, uno alla volta, sono arrivati i rappresentanti delle associazioni e gli uomini e donne che in quella piscina operano con passione, tutti per poter porre delle domande al presidente, per proporre le soluzioni. Mentre ci preparavamo ad un resoconto completo dell’intervista fiume durata quasi due ore, arriva una mail al nostro direttore che fa un’analisi dettagliata dell’incontro e dell’intera vicenda. La pubblichiamo quindi integralmente.
“Gentile dottoressa Nardi, sono Giovanni Esentato, presidente della Sezione Territoriale della Provincia di Caserta della FIAS – Federazione Italiana Attività Subacquee, attiva in Terra di Lavoro dal lontano 1978 e fra le prime associazioni sportive ad essere “presente” nello Stadio del Nuoto di Caserta. In oltre 30 anni di attività didattica la FIAS Casertana ha insegnato a migliaia di persone la disciplina della immersione subacquea e del nuoto, quest’ultimo propedeutico ad ogni forma di attività in acqua. La FIAS Casertana è un organismo associativo ben radicato nel territorio e collabora attivamente, da sempre, con le Istituzioni con la specificità delle sue competenze che si rivolgono alla Protezione Civile con innumerevoli interventi in mare, fiumi, laghi ed acque interne. Fra questi gli interventi nelle Vasche Reali della Reggia Vanvitelliana.
Detto questo, non per vanagloria, ma per delineare che chi scrive ha titolo e competenza per esprimere un parere sulla questione dello Stadio del Nuoto di Caserta egregiamente descritta e rendicontata nei Suoi servizi giornalistici. Servizi che rendono esaustivo il quadro dal punto di vista giornalistico.
Ma mi preme, comunque, rappresentare il pensiero di quanti vi lavorano e vedono dall’interno le problematiche che questa sciagurata decisione rischia di provocare.
Orbene per fare chiarezza sulla vicenda è necessario che il lettore conosca e sia reso edotto sui meccanismi, le regole, e “chi fa che cosa” per lo Stadio del Nuoto e nello Stadio del Nuoto. Altrimenti si corre il rischio dei Chierichetti: recitare orazioni in latino di cui i fedeli non capiscono il senso e le parole.
E quindi e intanto c’è da dire che la gestione dello Stadio del Nuoto si realizza mediante convenzione che prevede la concessione di spazi acqua a società sportive aderenti al CONI, Associazioni ed Enti di Promozione Sortiva e l’AGIS, l’Agenzia di Gestione Impianti Sportivi, organismo della Provincia di Caserta che ha autonomia gestionale ed un suo proprio Consiglio di Amministrazione nominato con decreto del presidente dell’Ente Intermedio. Esso – come si legge sul sito istituzionale della Provincia ha il compito di “programma e dirige le attività degli impianti sportivi e fissa, annualmente, gli orari di apertura e chiusura degli impianti. Provvede ad emanare norme per l’ordinato funzionamento degli impianti e l’importo delle fideiussioni da versare. L’AGIS assegna altresì gli orari di utilizzo alle società sportive affiliate alle Federazioni Sportive Nazionali e alle società affiliate agli Enti di Promozione Sportiva giuridicamente riconosciuti, esclusivi rappresentanti della disciplina a livello provinciale. Attività dell’AGIS è inoltre l’organizzazione di manifestazioni di carattere sportivo, ricreativo e culturale.” Fra i compiti dell’AGIS vi è anche e soprattutto quello di organizzare, realizzare e gestire l’ordinaria e la straordinaria manutenzione dell’impianto. Cosa che – per quanto riguarda i lavori ordinari – viene fatta giornalmente dal personale della cooperativa (11 persone) addetta. Tutto ciò previsto in apposito Regolamento ordinariamente approvato dal Consiglio Provinciale.
Le società sportive, le associazioni, gli Enti di Promozione Sportiva che svolgono attività di nuoto agonistico, amatoriale, specialistico, attività subacquea devono avere requisiti stabiliti nel Regolamento e che sostanzialmente consistono nell’essere organizzazioni sportive “riconosciute” dal CONI o da Enti di Promozione Sportiva. E nell’impianto insistono 25 realtà sportive suddivise fra Società aderenti al CONI e quelle aderenti ad Enti di Promozione Sportiva (AICS, UISP, CUS, LIBERTAS, ACLI, CSAIn, etc). Queste compagini rappresentano egregiamente ed in maniera esaustiva tutte le istanze sportive e sociali del territorio della Provincia di Caserta e tutte assieme possono contare su una mole di iscritti, alle varie discipline sportive, che supera le 100mila unità. Gli atleti e gli “amatori” dello sport acquatico, nelle sue specialità agonistiche ed amatoriali rappresentano un buon 30% di quei centomila e la frequentazione quotidiana degli atleti e semplici “amatori” del nuoto si attesta intorno alle 1000 persone al giorno. Se si considerano anche gli accompagnatori e/o semplici spettatori che dagli spalti osservano il nuoto si raggiunge facilmente la quota di 2/3mila persone che ogni giorno frequentano lo Stadio del Nuoto. Nei 10 mesi di apertura ordinaria dell’impianto, quindi, gli accessi all’impianto si attestano intorno alle 300mila unità. Per quanto riguarda invece le convenzioni queste producono un flusso economico che si attesta intorno ai 700mila euro annui come si può desumere dai bilanci pubblicati sul sito istituzionale dell’AGIS. Gli ultimi bilanci però risalgono al 2013 e quindi non è dato sapere, in maniera pubblica, i dati sui bilanci dal 2014 ad oggi. Ma volendo tenere in mente i dati pubblicati e considerare la media dei 700mila euro annui è facile calcolare che in quasi 30 anni di attività le società sportive hanno versato nelle casse della Provincia qualcosa come 20 milioni e più di euro.
Per venire al sodo della questione dalla quale è partito la “chiusura dello Stadio del Nuoto per motivi di sicurezza” c’è da dire che le prescrizioni dei Vigili del Fuoco sono tre:
- Deve essere presentata la Scia ai sensi de D.Leg. 139/2006
- Deve essere realizzato il DVR (Documento Valutazione Rischi)
- Deve essere ripristinata la funzionalità dell’impianto idrico.
Delle prime due si tratta di pratiche burocratiche che non hanno nulla a che vedere con la struttura. Ma è gravissimo che a distanza di decenni gli uffici tecnici preposti non abbiano realizzato la SCIA e, ancor più grave, il Documento Valutazione Rischi che è un istituto di primaria importanza in termini di prevenzione antinfortunistica. Soprattutto per i dipendenti e, ovviamente, per coloro che entrano ed escono dalla struttura.
Il terzo punto, ovvero il ripristino dell’impianto antincendio… si trattava di una tubazione che perdeva acqua ed è stato sufficiente, da parte del personale tecnico della piscina, STRINGERE I BULLONI DI UNA FLANGIA e il problema è stato risolto.
Inoltre “le prescrizioni” dei Vigili del Fuoco, non prevedono la chiusura dell’impianto ma una restrizione sul numero complessivo di persone che possono accedere e possono essere prorogate per 12 mesi (sei mesi+sei mesi) in presenza di difficoltà oggettive ad adempiere nei tempi che hanno indicato (6 mesi a far data dal 12 gennaio 2017). Ciò ai sensi del D.Leg. 758 del 19 dicembre 1994 art. 20 e 21.
Quindi ciò che prescrivono i Vigili del Fuoco, già dal 12 gennaio 2017 poteva essere facilmente risolto poiché trattasi di adempimenti burocratici e non lavori strutturali. Ma evidentemente i sigg. dell’Ufficio Tecnico sono tanto e talmente oberati di lavoro che non riescono in 6 mesi a guardare nei fascicoli, trovare i certificati, redarre la Scia ed il DVR. Il tutto in mano ad un privato avrebbe richiesto 7/8 giorni lavorativi. Invece…? Invece per diretta voce del Presidente dell’AGIS si apprende che….I CERTIFICATI NON SI TROVANO. La documentazione originaria degli impianti è scomparsa?!. La domanda sorge spontanea… chi è responsabile della tenuta dei documenti? Il Protocollo? L’Ufficio Tecnico? C’è una persona fisica a cui il presidente Pascarella o il presidente-facente-funzioni della Provincia può (e deve) chiedere che fine hanno fatto i documenti?
A margine di ciò le società e gli enti si sono detti disponibili ad accollarsi le spese per l’esecuzione delle prescrizioni. Ma dalla Provincia è venuto un “niet” poiché – dicono – ciò non è consentito dalla legge. Ma non hanno saputo indicare quale legge impedisce a “privati” di eseguire opere di risanamento e restauro di una cosa pubblica. Delle due una: o sono ignoranti, nel senso che non conoscono la legge, oppure sono in malafede. E mi spiego: la Fontana di Trevi, tanto per fare un esempio, è stata restaurata con i fondi di un privato, la Famiglia Fendi. Così come nella Reggia di Caserta la manutenzione ordinaria e straordinaria di vasche e fontane è fatta da una “privata” organizzazione, la FIAS, di cui mi onoro essere il Presidente Provinciale, che vi opera con autorizzazione della Direzione nella persona del direttore Mauro Felicori e dei suoi dirigenti che lo coadiuvano. E la letteratura e la cronaca, se solo costoro si prendessero la cura di informarsi, è piena, zeppa, di convegni, riunioni, summit, simposium, meeting sulla “sinergia fra pubblico e privato” per il recupero e la manutenzione di opere pubbliche ed opere d’arte. Oppure dare una occhiata al “Bando per le periferie” http://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2016/06/01/16A04166/sg per leggere che la sinergia fra pubblico e privati è cosa non solo consentita ma auspicata proprio per far fronte alla crisi e instaurare una cultura collaborativa di crescita e recupero delle “periferie” intese non solo come aree urbane ma anche e soprattutto “periferie della civiltà e del vivere civile”. Quindi, ribadisco, ignoranti o in malafede.
Ma ad un certo punto si è venuti a sapere che la chiusura non è più ascrivibile alle prescrizioni dei Vigili del Fuco bensì alla necessità di chiudere l’impianto per eseguire lavori di adeguamento per le Universiadi.
Orbene… le “Universiadi” altro non sono che gare internazionali che necessitano di requisiti strutturali che lo Stadio del Nuoto ha già in quanto in esso si sono svolti decine di gare di interesse nazionale ed internazionale. A meno che non si richieda l’acqua profumata e l’aria condizionata nei cessi… basta una tinteggiatura ed una messa in regola di porte e finestre e l’impianto è bello che pronto.
Ma volendo anche comprendere che per le Universiadi la Regione ha previsto un finanziamento di circa mezzo milione di euro… e che è giusto NON PERDERE quei fondi, altrimenti ad altri destinati, sarebbe stato semplice e lineare indire una conferenza stampa, esibire il progetto, nei cassetti dell’ufficio tecnico addirittura dal 2011, e spiegare il perché ed il percome è necessario chiudere l’impianto. Invece… allo scadere di una prescrizione dei Vigili del Fuoco… senza aver fatto nulla per adempierla nei sei mesi indicati, e ai quali – ribadisco – si possono chiedere con semplice domanda – ai sensi della legge- altri sei+sei mesi inviano una lettera nella quale semplicemente scrivono che l’impianto chiude “per motivi di sicurezza”. E senza sapere come e quando inizieranno i lavori e, soprattutto, quando finiranno. Purtroppo la storia, ovvero la cronaca non aiuta in questo. In quanto il Palazzetto dello Sport – altra creatura dell’Ente Provincia, necessitando di lavori della durata di 3/4 mesi… rimase chiuso per sette anni. Questo per un rimbalzo, rituale, di responsabilità-scaricabarile fra uffici e burocrazia.
Il presidente dell’AGIS, il volenteroso Carmine Pascarella che – se non altro ha avuto il coraggio di affrontare una conferenza stampa nel quale ha cercato, non riuscendovi, a spiegare il punto di vista di Lavoria, dell’ing. Capo dell’ufficio tecnico e dell’Economo, riferisce che i lavori inizieranno a settembre per concludersi a febbraio. Ebbene, anche volendo credergli dimentica che a settembre di quest’anno vi saranno le elezioni amministrative provinciali. E non è detto che egli, come gli altri esponenti politici del momento, siederanno nelle stesse sedie di adesso… Ne deriva che loro si assumono la responsabilità di chiudere… ma non possono “promettere” alcun che sul futuro poiché potrebbero, ed è molto probabile, non essere loro a dover rispondere della conclusione dei lavori.
Non finirà in maniera silenziosa questa storia. La porteremo avanti fintanto che non emergeranno le responsabilità politiche ed amministrative, delle cose fatte e non fatte, presenti e passate. Di chi avendo ruoli di rappresentanza non ha rappresentato.
E ne chiederemo ragione nelle opportune sedi”.
Giovanni Esentato
Presidente Territoriale della Provincia di Caserta
Federazione Italiana Attività Subacquee
Conosco la FIAS ed il suo Presidente da oltre 20 anni essendo stato un allievo subacqueo poi brevettato. Egli è persona conosciuta ed apprezzata in Italia e all’ Estero per la sua grande professionalità nel campo della subacquea professionale e sportiva. Quello che descrive, con grande competenza, mi lascia sbigottito se penso che quella eccellenza che tutti ci invidiano rischia di fare una brutta fine come tante e tante altre cose di questa nostra martoriata provincia. Sarò alla manifestazione di lunedì a sostenere le ragioni delle società.
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