CASERTA – Nel torpore circostante, appena interrotto da un’attenzione sbadigliosa che si riserva di chiamare alle armi il popolo nel day after, urlando a squarciagola: “ci hanno fregati anche questa volta!”, soltanto chi si riconosce in anteprima, brutto sporco e cattivo, segue la puzza di bruciato…ed il primo tizzone arroventato si chiama art.31 e art 33 del Regolamento di gestione della Istituzione Provinciale “Agenzia Gestione Impianti Sportivi Provincia di Caserta”…Infatti i due articoli succitati smentiscono clamorosamente quanto sostenuto dal ragioniere capo della Provincia e da noi riportato nel precedente articolo…Pur avendo l’Agis una discreta disponibilità economica e soprattutto l’intenzione dichiarata, di intervenire a sostegno dei lavori straordinari necessari allo Stadio del Nuoto, il ragioniere capo Vetrone, avrebbe dichiarato che i fondi dell’Agis non potevano essere usati perché “non era previsto”, anche se non si era preoccupato di approfondire il concetto espresso, né riteniamo qualcuno si sia mai preoccupato di pretendere che lo facesse…
Art. 31 -…le uscite previste sono quelle relative a…funzionamento: personale, utenze, materiali di consumo, pulizia e manutenzione ordinaria e straordinaria dell’edificio e degli impianti, forniture di servizi continuativi…e ad interventi strutturali per la sicurezza dei beni, del personale e degli utenti…
Art. 33-…Possono essere eseguite….: spese atte alla riparazione dei beni strumentali in dotazione
Fuori gioco quindi, la prima interpretazione sbagliata…chiamiamola così…e procedendo a ritroso…non possiamo che fissare un dato inequivocabile: le prescrizioni dei Vigili del Fuoco che riguardano, quasi esclusivamente, l’assenza di certificazione che attesti la regolare manutenzione degli impianti e la mancata valutazione dei rischi, non erano tali da rendere necessaria la chiusura dello Stadio ma soltanto limitativi, per un periodo di 90 giorni, rispetto all’accesso del pubblico e di coloro che usufruivano degli impianti. Nulla che non si potesse affrontare in tempi brevi e con pochissimo dispendio di energie e denaro. Detto questo e continuando a procedere a ritroso, ci si interroga infine sulla lettera anonima all’origine di tutto…Quando si pone in essere una schifezza e la lettera anonima tra le schifezze è la più gettonata, si dovrebbe avere l’accortezza di apparire credibili ed addirittura inossidabili, a prova e riprova del nove, ma talvolta capita che la furia e la smania di ottenere presto e comunque un risultato, induca a commettere errori di imperdonabile superficialità…Le lettere anonime, maleodoranti sempre, sono di due tipi: la lettera che denuncia l’insopportabile sopruso che soltanto anonimamente può essere denunciato, perché si ha ragione di temere una rappresaglia talvolta grave e la lettera che viene scritta per favorire qualcuno demolendo qualcun altro, con calunnie o potenziando verità minime. Il tutto si spalma e diventa credibile in una dimensione in cui, la necessità di interrogarsi sulle cose si è persa nella notte dei tempi. La lettera anonima del gennaio scorso, pur nella sua presumibile inconsistenza, sta ottenendo quindi, il risultato che l’autore senza firma né attributi, si era augurato di ottenere…Intanto sullo sfondo si agitano le prime tiepide contestazioni popolari, sempre e comunque in ritardo rispetto ai primi segnali di allarme.