LONDRA – Dopo il grande incendio della Grenfell Tower, che mercoledì notte ha incenerito un grattacielo di 24 piani uccidendo quasi cento persone, tra cui i due fidanzati veneti Gloria Trevisan e Marco Gottardi le cui morti hanno commosso l’Italia, ora quelle fiamme sembrano lambire anche il governo della premier Theresa May, già indebolito dalle elezioni, è ora sotto il tiro d’una piazza infuriata. “Vergognati, codarda!”, le hanno urlato quando si è finalmente decisa, dopo due giorni di tentennamenti, a presentarsi fra la gente del quartiere colpito, ai margini di North Kensington, nel centro di sostegno improvvisato nel complesso della chiesa di Saint Clements. La gente di fatto l’ha cacciata via nel giro di pochi minuti, inveendo e lanciandole quello che capitava a tiro. La rabbia di strada si è consumata lì, nella zona della sciagura, di fronte al municipio del Consiglio locale di Kensington and Chelsea – borgo londinese del lusso, ma non solo – controllato come il governo di Sua Maestà, da un Partito Conservatore sempre meno saldo in sella. Ad animarla, famiglie disperate dei molti inquilini della torre-trappola che vengono ancora indicati come ‘dispersi’ – mentre la stima dei morti continua a salire e il conteggio fra i resti carbonizzati è tutt’altro che concluso – e dal popolo degli altri caseggiati meno fortunati. Persone che hanno accolto con rispetto la regina, arrivata in visita in mattinata con il nipote William, anche ad ascoltare, fuori da ogni protocollo, le urla di dolore di una donna. Per sfogare invece più tardi la loro frustrazione contro la sede municipale, presa d’assalto da centinaia di dimostranti, fino all’intervento della polizia e all’arresto di uno dei più esagitati. Infine contro la malcapitata May, alla quale non è bastato annunciare lo stanziamento di 5 milioni di sterline di aiuti dopo una riunione interministeriale ad hoc, né visitare in fretta e furia alcuni dei 24 feriti in ospedale.