Con delibera di Giunta Regionale n.324 del 06.06.2017, la Regione Campania ha deciso di predisporre un disegno di legge per “ridefinire” l’organizzazione degli attuali Consorzi e “individuare” nuove modalità di gestione delle aree destinate allo sviluppo industriale.
Tale decisione viene motivata dalla Regione sulla base dell’asserito squilibrio economico-finanziario in cui verserebbero i Consorzi unitamente alla avvertita esigenza di far fronte alle rinnovate dinamiche del recente sistema economico – produttivo.
In particolare, l’intento della Regione sarebbe quello di concentrare in un unico soggetto giuridico (ESIAI), di matrice regionale, le attuali funzioni esercitate dai Consorzi e di procedere allo scioglimento di questi ultimi ovvero alla loro fusione nel nuovo Ente, nella più rosea delle ipotesi (ossia laddove non dovessero rintracciarsi criticità economiche nel Consorzio).
Tralasciando le pur rilevanti argomentazioni personali in relazione alla proposta di un nuovo asset organizzativo in luogo degli attuali Consorzi, la determinazione regionale è in ogni caso illegittima in quanto si pone in aperto contrasto con la legge nazionale istitutiva e regolatrice dei Consorzi di Sviluppo Industriale.
Segnatamente, l’art. 21 della legge 634 del 29.07.1957, mai abrogata, recita che “allo scopo di favorire nuove iniziative industriali di cui sia prevista la concentrazione in una determinata zona, i comuni, le province, le camere di commercio, industria e agricoltura e gli altri enti interessati possono costituirsi in consorzi col compito di eseguire, sviluppare e gestire le opere di attrezzatura della zona, quali gli allacciamenti stradali e ferroviari, gli impianti di approvvigionamento di acqua e di energia per uso industriale e di illuminazione, e le fognature” (..); “il consorzio può assumere ogni altra iniziativa ritenuta utile per lo sviluppo industriale della zona” (…); “i consorzi di cui al presente articolo sono enti di diritto pubblico, sottoposti alla vigilanza e tutela del Ministero dell’industria e commercio”.
L’art. 36, comma 5, legge n.317 del 05.10.1991, in conformità alla precedente disposizione, prevede che “i consorzi di sviluppo industriale promuovono, nell’ambito degli agglomerati industriali attrezzati dai consorzi medesimi, le condizioni necessarie per la creazione e lo sviluppo di attività produttive nei settori dell’industria e dei servizi. A tale scopo realizzano e gestiscono, in collaborazione con le associazioni imprenditoriali e con le camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, infrastrutture per l’industria, rustici industriali, servizi reali alle imprese, iniziative per l’orientamento dei lavoratori (..) e ogni altro servizio sociale connesso alla produzione industriale”.
Alla Regione, la legge dello Stato riserva il compito di vigilanza e di tutela, già assegnato al Ministero dell’Industria e del Commercio (art. 50 D.P.R. n.218 del 06.03.1978), nonché “SOLTANTO il controllo sui piani economici e finanziari dei Consorzi “(comma 4, art. 36, legge n.317 del 05.10.1991).
A fronte del summenzionato quadro normativo è chiaro che la proposta di legge avanzata dalla Regione si pone in aperto contrasto con la disciplina statale, oltre che, evidentemente, con il principio costituzionale di decentramento amministrativo.
È una scelta quindi che non può e non deve trovare legittimazione.
Deprederebbe i singoli Consorzi delle funzioni affidatigli dallo Stato, rendendo del tutto vani gli sforzi compiuti, con fatica e quotidianamente, dai vertici.
Al riguardo, non si può non sottolineare anche l’atteggiamento ondivago della Giunta che, non più di qualche settimana fa, ha stanziato finanziamenti per 30 milioni di euro da destinare ai consorzi Asi campani per interventi in materia ambientale.
Allo stesso tempo, appare quanto mai inopportuna l’accelerazione sulla riforma delle Asi, perseguita dall’assessore Lepore, proprio mentre entra nella fase attuativa la destinazione dei fondi POR 2014-2020. Fondi destinati alla realizzazione di nuove infrastrutturazioni e servizi nelle aree industriali, che da anni le imprese attendono invano, e che avrebbe consentito, questo sì, il vero rilancio dei consorzi Asi quali enti promotori dello sviluppo come, peraltro, più volte annunciato dallo stesso Presidente De Luca.
Nell’auspicare, dunque, che la proposta di legge non trovi mai ingresso nell’attuale ordinamento regionale, si chiamano a raccolta tutti i Consorzi, le Unioni, le Federazioni e le Confederazioni Industriali presenti nell’ambito Regionale e non, affinché si facciano avanti per contrastare l’illegittima compressione/depauperazione dei poteri ad opera della Regione.
Presidente Asi Napoli avv. Giuseppe Romano
Presidente Asi Caserta dr.ssa Raffaela Pignetti
Presidente Asi Avellino dr. Vincenzo Sirignano