di Giovanna Longobardi
CASERTA – Un uomo, una storia, una vita di sofferenza si è spenta così, lunedì a mezzogiorno, come una fiamma che pian piano si affievolisce soffiata via dal freddo gelido di questi giorni. Non ce l’ha fatta purtroppo Abramo, il nome dato al clochard di 62 anni che sorrideva a tutti e che da tempo era entrato nei cuori dei volontari dell’associazione “L’angelo degli ultimi” guidata da Antonietta D’Albienzio, colei che gli è rimasta accanto fino alla fine strappando via un po’ della sua solitudine. Abramo viveva come tanti senzatetto all’interno della stazione ferroviaria di Caserta, giorni insostenibili in attesa di un pasto caldo e di una pacca come segno di amicizia data sulla spalla da chi, costantemente e in maniera indefessa, ha scelto di non abbandonarli e di regalare loro ancora il coraggio di non arrendersi. “Un invisibile oggi è volato in cielo: senza famiglia, senza fiori, senza trambusto”, scrive uno dei volontari, quasi in punta di piedi…
Le persone che lo hanno assistito non dimenticheranno mai più la felicità espressa da Abramo per essere riuscito a fare una tanto desiderata doccia, a bere il suo caffè-latte e addormentarsi in un letto caldo. Ecco i suoi ultimi desideri. Gli altri senzatetto, mostrando una grande sensibilità, dopo averlo soccorso in ogni modo lo ricordano come un uomo solitario e attento ai piccoli ma importanti bisogni degli altri. Intorno a quest’uomo si è creata una famiglia, la famiglia di Abramo.
Tra i commenti di chi lo ha riconosciuto in foto si raccolgono dettagli del suo cammino in terra. Abramo era algerino, conosceva l’inglese, l’arabo ed il francese, aveva mani creative da costruttore e, non avendo qui nessuno, amava contornarsi di amici felini e cani.
Pochi tasselli di un’esistenza che è passata senza disturbare. Eppure mentre scrivo mi assale una riflessione. È assurdo per noi indaffarati giocolieri del tempo, dinanzi a queste tragedie umane scoprire che i volti delle persone dimenticate, i cosiddetti invisibili, sono impressi nella nostra memoria. Quell’angolo o quel pezzo di strada che li ha visti adagiati a terra per anni, conserva il passaggio di “qualcuno” che da un giorno all’altro senza sapere come non c’è più, lasciando un vuoto … ed è ancor più assurdo come questo meccanismo emotivo riesca anche a farci provare sofferenza per quella mancanza. Persone silenziose.
Abramo deve divenire il simbolo di chi nel riscatto dei suoi giorni amari è riuscito a trovare serenità e amore in un abbraccio accogliente. Ha ricevuto il suo estremo saluto, un funerale di tutto rispetto celebrato da don Antonello Giannotti, che lo ha vissuto negli ultimi giorni lasciando che si aprissero le porte della sua chiesa. Un rito sentito che ha richiamato il popolo dei clochard di Caserta, tutti presenti a salutare il caro fratello. L’associazione “L’angelo degli ultimi” continuerà nella sua opera di sostegno per aiutare ancora, ancora e ancora.
Prossima è l’iniziativa significativa di solidarietà “Pranzo di Natale” alla stazione ferroviaria di Caserta alle ore 17.30 lunedì 25 Dicembre promossa dagli Amici di don Mimì Vozza e sempre dedicata agli oppressi con la collaborazione fattiva degli chef Enzo Romano e Gerardo Rossi. Con loro anche la squadra guidata da Antonietta D’Albenzio, l’angelo bianco della stazione. L’invito è quello di regalarci tutti insieme per questo Santo Natale la possibilità di aprirci con tenerezza e senza diffidenza ed indifferenza ad un’opera di fratellanza. Chi vuole può contribuire già in questi giorni offrendo coperte, indumenti invernali e generi alimentari non deteriorabili consegnandoli presso la Parrocchia di San Simeone Profeta in Sala di Caserta dalle ore 17.30 alle 20.
Lì dove le istituzioni restano impassibili, aumenta la voglia di fare di tanta gente. In fondo, non bisogna andare lontano per essere caritatevoli, molte volte è proprio chi ci è più vicino ad essere bisognoso.